Licenziato dopo che il datore di lavoro ha scoperto che spediva e-mail contenenti informazioni riservate, lesive per l’immagine dell’azienda. E’ quanto è successo ad Alfredo B, ex dirigente della Bipop Carire, incorporata in Unicredit, dopo che la proprietà dell’istituto di credito ha scoperto che dalla sua casella di posta elettronica erano partiti messaggi contenenti informazioni finanziarie riservate e riguardanti clienti della banca. Il datore di lavoro quindi, quando è in pericolo l’immagine della sua impresa e il patrimonio aziendale, ha la possibilità di controllare la posta elettronica dei propri dipendenti per accertare comportamenti non conformi a quanto previsto dal contratto di lavoro. La Cassazione ha confermato il licenziamento del’ex dirigente dell’istituto di credito “per aver divulgato a mezzo di messaggi di posta elettronica, diretti ad estranei, notizie riservate concernenti un cliente dell’Istituto e di aver posto in essere, grazie alle notizie in questione, operazioni finanziarie da cui aveva tratto vantaggio personale”. Un fatto grave anche per la Corte d’Appello di Brescia che ha definito il comportamento del manager di “indubbia gravità e particolarmente lesivo dell’elemento fiduciario in quanto il suo comportamento nasceva da un abuso della sua elevata posizione professionale”.
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