Quattro ore di interrogatorio e una dichiarazione chiara. Secondo Franco Nicoli Cristiani i 100 mila euro in contanti trovati nella propria abitazione al momento dell’arresto, avvenuto il 30 novembre scorso, non sarebbero la prima trance di una tangente da 200 mila euro ricevuta dall’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, bensì denaro proprio, dalla provenienza lecita. Interrogato dal pubblico ministero Paolo Filippini per la prima volta dopo l’arresto, l’ex presidente del consiglio regionale della Lombardia ha raccontato la propria versione dei fatti sul denaro “sporco”. Nel frattempo però proseguono le indagini della Procura di Milano sulla provenienza delle banconote sequestrate e sembrerebbe che il taglio dei 100 mila euro non corrisponda a quello dichiarato da Locatelli, che al momento dell’arresto aveva dichiarato di aver pagato il politico bresciano. Ora alla Procura non resterà altro che capire da dove arrivano i soldi trovati nella casa di Mompiano di Nicoli Cristiani. Mazzetta o duro lavoro?
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