(a.c.) Vione: un piccolo comune dell’alta Vallecamonica. Meno di 1000 abitanti (724 per la precisione), e dunque interessato al riordino degli enti territoriali sancito dall’art. 16 della legge 148/2011. Ma il sindaco, Mauro Testini, non vede l’operazione come un reale risparmio e un’ottimizzazione delle risorse pubbliche, bensì solo come un restringimento dei democratici diritti di autogoverno e autodeterminazione del suo territorio e della sua comunità. In poche parole di una perdita di democrazia, per ottenere un risparmio tuttosommato ininfluente (poche centinaia di euro l’anno, per un comune come Vione). Testini ne è fortemente convinto, tanto che ha scritto di suo pugno una lettera e l’ha indirizzata al ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, che conosce bene la nostra provincia, essendone stata il prefetto, e la situazione dei piccoli comuni delle valli. Assieme a Vione ce ne sono altri 27 di paesi nella nostra provincia che contano meno di 1000 abitanti.
Il Giornale di Brescia in edicola stamane pubblica le parole del sindaco, che si dice ovviamente favorevole alle possibilità e ai risparmi offerti dall’Unione di comuni, che già tra l’altro molti hanno attuato, tra cui Vione (assieme a Ponte di Legno, Temù, Vezza d’Oglio, Incudine e Monno), cosa diversa invece è l’eliminazione dell’aspetto politico-amministrativo dell’ente, la mancata partecipazione dei cittadini alla gestione della vita e degli affari comunitari.
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