Circa 10 mila ragazzi di età compresa tra i 10 e i 13 anni, sette province lombarde tra cui quella di Brescia, coinvolte, Regione Lombardia, insieme a Provincia e Comune di Milano, Coni, le squadre di calcio Milan, Inter, Brescia, Monza e Lecco oltre a Olimpia Milano (basket), Hockey Milano, Gabeca Monza (pallavolo). Sono i protagonisti di "Io tifo positivo – Nel segno di Candido Cannavò" iniziativa giunta alla sua terza edizione e che prevede incontri formativi nelle scuole alla presenza di testimonial delle squadre che hanno aderito al progetto. Eventi sportivi e di gioco arricchiti da un tifo "positivo", con la ferma condanna degli episodi di violenza purtroppo ancora troppo frequenti sugli spalti degli stadi di calcio. "Crediamo fortemente in questo progetto e lo sosteniamo con convinzione- ha sottolineato l’assessore regionale alo Sport e Giovani Monica Rizzi – perché il problema del tifo violento negli stadi è da affrontare non solo con i metodi repressivi, che hanno dato risultati finora poco brillanti, ma educando i nostri ragazzi ad un comportamento da veri sportivi. A loro affidiamo il compito di costituire un esempio non solo per i loro coetanei ma anche per i genitori". Le parole chiave di "Io tifo positivo", la cui realizzazione è affidata a Comunità Nuova onlus di cui è presidente don Gino Rigoldi, sono: rispetto, tolleranza, educazione, impegno, sana competizione, divertimento, lealtà e accettazione della sconfitta. I giovani coinvolti in questa iniziativa dovranno mettersi alla prova e dimostrare di aver appreso il gusto di tifare per lo sport e contro ogni forma di violenza e discriminazione. "Anche quest’anno – ha aggiunto l’assessore Rizzi – si rinnova il sodalizio tra istituzioni, associazioni, territorio e mondo sportivo. Una sinergia vincente, all’insegna della promozione dei valori positivi dello sport e di una cultura della sportività". Rivolgendosi ad una rappresentativa delle scolaresche oggi intervenuta alla conferenza stampa di presentazione di "Io tifo positivo" l’assessore Rizzi ha insistito sulla necessità di un cambio di cultura per contrastare i fenomeni di violenza che si verificano nei luoghi in cui si pratica sport: "Vogliamo lavorare insieme ai voi – ha detto ai ragazzi – e non su di voi, per crescere insieme a voi”. Chiude la Rizzi: “Il mio obiettivo è quello di arrivare nel 2015 con il coinvolgimento di tutte le province lombarde”.
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Se penso che spezzoni di tifosi della lega sono cresciuti fra gli ultras, mi viene da sorridere seguendo i paraprogetti della Rizzi.