(a.c.) Completamente fermi dalle 8 alle 20, uno sciopero compatto, a cui hanno aderito pressoché tutti i tassisti. Eppure i disagi arrecati alla città sono stati pochi, innanziatutto perché Brescia non è città facile per i taxi, e dunque ce ne sono pochi, e poi perché i taxisti non hanno bloccato strade, non si sono messi in piazza a strombazzare, non hanno occupato punti strategici con i loro mezzi. Insomma: è stata più che altro una sorta di prova generale in attesa di leggere nero su bianco il testo della riforma di liberalizzazione e riordino del settore.
Ciò che trapela fa già paura, anche ai taxisti bresciani. Soprattutto la liberalizzazione della territorialità ora in vigore. Ciò vorrebbe dire che un taxista indipendentemente da dove abbia preso la licenza potrebbe recarsi a lavorare dove meglio crede, e spostarsi anche, la mattina in un posto e il pomeriggio in un altro, d’estate al lago e d’inverno in città.
A Brescia, ricordiamolo, lavorano 103 taxisti. Nel resto della provincia ce ne sono pochi, alcuni sul Garda, a Desenzano e in altre grosse località, e poco più.
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