(a.c.) Un buon affare concluso prima di natale, un accordo per la cessione di 17 tori ad un macello romano che avrebbe fruttato 37mila euro. Peccato che fosse tutto una truffa, molto ben architettata.
Un allevatore 44enne di Cazzago San Martino è finito nelle grinfie di due romani, padre 62enne e figlio 29enne, aiutati da un amico anch’egli laziale, nell’ambito di una truffa che ha avuto come oggetto la vendita di 17 tori da carne. Dopo l’accordo sulla base di un prezzo di 37mila euro un camion ha prelevato da Cazzago i tori. I bovini, secondo quanto racconta Bresciaoggi in edicola stamane, sarebbero dovuti finire in un macello di Roma, mentre in realtà, lo si è scoperto successivamente, sono stati portati a Modena.
I due romani hanno pagato l’allevatore con assegno scoperto di una banca romana, intestato a una persona della quale avevano rubato l’identità. L’agricoltore di Cazzago non si è accorto subito della truffa ma solo in secondo momento, quando i due sono tornati alla carica per una seconda vendita di tori, quando però il primo accredito in banca non era stato incassato. A quel punto l’allevatore ha contattato i carabinieri di Cazzago, che gli hanno proposto di organizzare una finta vendita per incastrare sul fatto i truffatori. Tutto è andato secondo i piani, e padre e figlio, più un amico che li avrebbe aiutati, sono stati arrestati per truffa. I tre sono però a piede libero, in attesa del processo. I tori? Probabilmente sono finiti sulle tavole delle feste di natale.
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