I conti del Comune di Brescia scricchiolano. Torna così in primo piano una dichiarazione dell’assessore al Bilancio di Palazzo Loggia Fausto Di Mezza: «Bisogna cominciare almeno a valutare la strada della cessione parziale delle nostre quote in A2A». Il primo no viene dai sindacati.
Nata nel 2008 dalla fusione delle due maggiori aziende municipalizzate della Lombardia – la milanese Aem e la bresciana Asm – A2A è una multiutility di dimensioni europee che produce e distribuisce energia elettrica e calore, che vende e distribuisce gas, gestisce il ciclo integrato dell’acqua e quello dei rifiuti. I maggiori azionisti sono i Comuni di Brescia e di Milano che detengono ciascuno una quota paritaria del 27,5% del capitale sociale. Sull’ipotesi di vendita delle azioni A2A per ripianare i conti comunali intervengono oggi anche le organizzazioni sindacali, esprimendo – seppure con accenti e sottolineature diverse – una medesima valutazione. «In questo momento riteniamo quantomeno inopportuna la cessione di quote comunali di A2A quale risposta a una esclusiva necessità di carattere finanziario – ha dichiarato Daniela Manessi, Segretario generale della Flaei Cisl di Brescia – Non dobbiamo cedere a facili tentazioni di cassa contingenti. Auspichiamo invece un´attenta valutazione degli indirizzi del piano industriale e del managment che porti a una maggior presenza e ricadute sul territorio provinciale».
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