Bragaglio (Pd) sulla Lega “indipendentista”: scelta estremistica e rischiosa
Con una lunga lettera il consigliere comunale del Pd Claudio Bragaglio interviene ancora sulla decisione della Lega Nord di cambiare il nome del proprio gruppo consiliare in Loggia in “Lega Nord per l’indipendenza della Padania” bollandola come “una lotta politica estremistica e rischiosa”.
ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO
Egregio Direttore,
quando il capogruppo della Lega, il collega Gallizioli, durante il suo intervento ha letto in Consiglio Comunale un passo sulle macroregioni, tratto dal mio libro (“Regioni e Ragioni del Nord-Italia”, 2000), a sostegno della sua tesi per l’indipendenza della Padania, non ha potuto nascondere il suo fraintendimento. E pure il suo maldestro tentativo d’una strumentalizzazione.
La mia impostazione federalista, ripresa – a conferma delle mie radicate convinzioni – anche in un libro successivo (Federalismo e fase costituente: Finale di partita, 2003), coincide con la mia posizione odierna. Riassumendo: crisi e necessaria rifondazione federalista dello stato nazione, insufficienza del localismo e municipalismo, debolezza del regionalismo, necessità di forti politiche interregionali su tematiche comuni, integrazione europea.
“Per quanto discutibile o da rigettare, scrivevo allora, il riferimento alla mesoregione padana rappresenta una sfida ineludibile”, perché riguarda il problema di una realtà strategica del Paese. Una sfida evidentemente da contrastare, non da condividere. “Il problema non è certo quello di definire un unico livello di governo, ma di sviluppare una decisiva interazione tra i diversi livelli istituzionali, politiche governative coordinate a livello regionale per affrontare la questione settentrionale”..”in questo contesto – proseguivo – tale iniziativa si muove senza ambiguità all’interno di un progetto politico di ricostruzione, su nuove basi di legittimazione, dell’integrazione nazionale”. Insomma la questione settentrionale è vera, ma la soluzione prospettata è una “nuova integrazione nazionale”, quindi opposta a quella leghista delle piccole patrie. Padania inclusa!
Ritenere invece, come ha sostenuto il sindaco Paroli, che “la Padania evochi la speranza del Nord” ha rappresentato un grave errore politico. Peraltro segnalato da molti esponenti della maggioranza che si sono mossi su una linea ben diversa. A partire dal collega on. Bonetti dell’UDC.
Come poi si possa, a fronte del superamento delle attuali Province, sfidare il ridicolo d’una Brescia-Regione, nel bel mezzo della macro regione leghista “lombardo-veneto-piemontese”, solo l’on. Molgora lo sa. Solo provocazioni, dicono i pompieri del PDL accorsi a spegnere l’incendio. Ma chi sta appiccando il fuoco sono Presidenti di Giunte e di Consiglio, Vicesindaco ed Assessori! E tali posizioni rendono incompatibile lo svolgimento di funzioni istituzionali di rappresentanza, anche amministrativa.
Che la Lega proponga contemporaneamente macroregioni e microregioni, un parlamento padano ed un parlamento bresciano, non è segno di confusione, ma è perfettamente in linea con l’operato del genio-guastatori che s’è rimesso all’opera: che siano micro o macro non fa differenza, basta che siano cariche politiche ben piazzate sotto i ponteggi e le arcate dell’unità nazionale. Molto meno comprensibili i sostegni autorevoli raccolti in Loggia. E la corsa degli sherpa che solerti si fan carico di portare gli zaini della Lega.
S’è pur detto che l’indipendenza non è la secessione. Ma l’articolo 5 della Costituzione ci dice che l’Italia è una ed indivisibile. Quindi proporre il modello della secessione, come avvenuto in Cecoslovacchia, va contro la Costituzione.
Proporsi in Loggia come gruppo “per l’indipendenza della Padania” coincide con la secessione, intesa come lo strumento necessario per conseguire l’indipendenza della Padania. Quindi la rottura dell’unità nazionale.
Tutto ciò ha molto a che fare con una lotta politica estremistica e rischiosa. Ed in una fase d’emergenza per l’economia ed il futuro dell’Europa. Ma nulla a che fare con il federalismo e le autonomie locali, indispensabili per rifondare la nazione. Per rifondarla, l’Italia, e non per affondarla!