Curiose

Parcheggi, la creatività è donna. Ma qualcuna esagera…

di Lucia Marchesi – Parliamo di parcheggi. Tema spinoso. Soprattutto di questi tempi, di lunghe discussioni tra chi vorrebbe poter parcheggiare direttamente dentro i negozi del centro e chi sostiene che, in fondo, due passi non hanno mai fatto del male a nessuno. Ma come se la cavano i miei amati concittadini con il parcheggio? Perché ammettiamolo: si possono costruire parcheggi ovunque, anche sotto la cupola della Loggia, ma poi bisogna anche saperli utilizzare in modo corretto questi benedetti parcheggi.

Ancora una volta, devo purtroppo rivolgermi alle mie amiche dei Suv. Ragazze, signore! Lo so che noi donne siamo creative, ma la vostra splendida autovettura deve stare dentro lo spazio delimitato dalle righe. Dentro. Non a cavallo della riga. Capito?

A proposito di donne che parcheggiano. Avete notato che adesso sono comparsi i parcheggi delimitati dalle righe rosa? Ci sono in piazza Vittoria e, se non sbaglio, anche alla Multisala Oz. Sono anche accompagnati da un cartello che strilla «Riservato alle signore non accompagnate». Scusate se mi permetto. Ma secondo me non sono una gran bella invenzione… Mi sembra che indichino esattamente al maniaco dove deve appostarsi.

Altra grande invenzione. I parcheggi “per le famiglie”. Larghi come quattro posti normali, con dipinte anche le sagome della signora con il pancione, con la carrozzina o con il bambino per mano. Questa proprio non la capisco. Prima cosa, perché sono così grandi? E soprattutto, vicino alle uscite non sarebbe più corretto mettere i posti riservati ai diversamente abili? Posti che, invece, sono larghi come quelli normali? Che con le righe che dovrebbero indicare lo spazio per far passare la carrozzina potrebbe ospitare un’auto larga al massimo mezzo metro? Insomma, torniamo all’argomento già trattato. Le mamme moderne non possono fare neanche un metro a piedi? Passi per la signora con il pancione che, insomma, ha sicuramente diritto a un posto riservato (non solo nei posteggi: dovrebbe essere così anche sui mezzi pubblici, ma sono in pochi quelli che cedono il posto), ma quella con il passeggino o addirittura con il bambino per mano che difficoltà potrà mai avere?

Parlando sempre di parcheggi dei centri commerciali, devo purtroppo sollevare un’altra critica. Questa volta, ai signori che disegnano le righe. Scusate l’osservazione. Ma non vi siete accorti che disegnando i parcheggi in questo modo, quelli vicini alle colonne hanno uno spazio di accesso più stretto di almeno un terzo rispetto a quelli centrali? In questo modo, se nello spazio centrale c’è un’auto familiare non perfettamente dritta, ai lati ci stanno solo due Smart! Vi sembra sensato? Non vi rendete conto che mettete in crisi le mie amiche dei Suv, che devono avere almeno quattro posti liberi su ogni lato?

Mi è stato fatto notare che “ce l’ho con quelle che guidano il Suv”. In realtà non è così. Diciamo che sono per me una fonte inesauribile di ispirazione.

Vi racconto un paio di aneddoti. Una signora che conosco, mostrando il transatlantico fresco di concessionaria, mi ha spiegato entusiasta: «Mio marito me l’ha comprato perché, in caso di incidente, è molto più sicuro». Forse la signora non ha saputo leggere tra le righe che il marito la considera una potenziale causa di incidente e che, per proteggerla, l’ha trasformata in un’arma di distruzione di massa.

L’ultima poi l’ho avvistata solo un paio di giorni fa. Dal benzinaio. Ammettiamolo, purtroppo molto spesso dimensione e costo dell’autovettura sono inversamente proporzionali all’abilità del conducente.

Insomma, sono in piedi fuori dall’auto e sto pagando il mio rifornimento. Arriva la signora a bordo del Titanic. Bianco. Perché adesso vanno di moda bianchi, si notano meno. Ovviamente la signora non ha tempo da perdere dietro una piccola utilitaria rossa, anche un po’ vecchiotta. Quindi cosa fa? Si affianca all’altro lato della pompa di benzina, abbassa il finestrino e spegne il motore. Mica scende eh, scherziamo?

Mentre mi saluta, il benzinaio si volta e osserva il mostro a quattro ruote. «Guardi che non ci arrivo mica con il tubo della pompa», spiega tranquillo alla cliente, che ovviamente si era posizionata con il serbatoio dal lato opposto rispetto alla pompa di benzina.

Scusate, ma come si fa a trattenere un sorriso? Di questi tempi, in fondo, fa bene alla salute.

 

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Redazione BsNews.it

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