Il Carroccio torna all’indipendenza anche in Loggia. Il Pd all’attacco: Rolfi si deve dimettere. Ma Paroli difende la linea leghista

(a.t.) Polemica, in Loggia, per la decisione del gruppo consiliare del Carroccio, guidato da Nicola Gallizioli, di cambiare il proprio nome passando da “Lega Nord – Lega Lombarda Bossi” a “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”. Una scelta, ha spiegato Gallizioli, motivata con la fine dell’esperienza berlusconiana, con l’avvento di Monti (“le cui decisioni – dall’Ici alle pensioni, passando per l’aumento dell’Iva – penalizzano ulteriormente il Nord”), con la volontà di “portare a termine il federalismo fiscale", ma soprattutto "con l’obiettivo di dar vita a una macroregione padana che metta insieme Veneto, Lombardia e Piemonte”.

Dura la reazione dell’opposizione, che ha definito “indipendenza e secessione incompatibili rispetto al ruolo di governo occupato da Rolfi”. “Questa settimana”, ha spiegato il capogruppo Emilio Del Bono, “sono accaduti due fatti politici non da poco. Rolfi, con una conferenza stampa, ha sancito la fine dell’alleanza con il Pdl, aggiungendo andreottianamente che la maggioranza di Palazzo Loggia tirerà a campare fino alla fine del mandato. Quindi – nello stesso contesto – ha rilanciato l’indipendenza della Padania: non l’autonomia, ma la secessione. Un obiettivo”, ha concluso, “incompatibile con la vostra presenza nelle istituzioni e con le tradizioni di governo di questa città”. Sulla stessa linea il consigliere Claudio Bragaglio (Pd), che ha provocato le forze dell’alleanza di centrodestra. “Capisco la Lega”, ha detto, “che vuole coprire un bilancio miserevole rilanciando il tema della secessione. Ma posso immaginare le conseguenti difficoltà dell’Udc e di una parte di Forza Italia su questo”. Bragaglio, ancora, ha definito incompatibile l’adesione al nuovo gruppo leghista con l’incarico di presidente del consiglio comunale (occupato da Simona Bordonali) e parlato del fatto che “è già in campo una maggioranza che non coincide soltanto con l’attuale opposizione”.

A prendere la parola, a quel punto, è stato il sindaco Adriano Paroli, che – con un intervento di sapore leghista – si è detto “allibito” delle polemiche, sottolineando che “l’opposizione cerca di mettere l’uno contro l’altro quelli che sono protagonisti di un rilancio della città” e spiegando che “il tema della secessione e la questione del Nord non riguardano solo la Lega”. Non a caso durante l’intervento del sindaco, nel passaggio in cui ha difeso la scelta del bonus bebé, è scattato un fragoroso applauso. Dai soli banchi della Lega.

Duro il successivo intervento del consigliere Luigi Recupero (ex Pdl), che ha detto perentorio: “La Padania non esiste”, suscitando la rabbia scomposta di qualche autorevole leghista tra il pubblico. Mentre Giorgio Agnellini (indipdendente Pdl), allundendo a un possibile nuovo cambio di rotta, ha dichiarato: "Mi riservo di parlare con il sindaco e la maggioranza sul proseguo della mia esperienza in questo contesto".  

 

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Redazione BsNews.it

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