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Roncadelle, Orlando scrive a Monti: non si dimentichi dei Comuni

“Visto che il Governo è cambiato, e che i responsabili di un attacco ai Comuni come non si era mai visto non rivestono più cariche di massima responsabilità, forse può aprirsi una stagione nuova nel rapporto tra le istituzioni del Paese, nella quale gli enti locali potranno essere presi più in considerazione e non solo penalizzati come accaduto fino ad adesso”. Con queste parole Michele Orlando, sindaco di Roncadelle, nonché vice-presidente dell’Associazione Comuni Bresciani, illustra le motivazioni che lo hanno portato a prendere carta e penna per rivolgersi direttamente al neo Presidente del Consiglio Mario Monti. “I Comuni – prosegue Orlando – sono gli enti più vicini ai cittadini, quelli che erogano la maggior parte dei servizi. Il Governo precedente, nonostante promesse roboanti, non ha fatto altro che penalizzarli. Il mio auspicio è che la svolta che molti si attendono dal nuovo Governo passi anche attraverso una loro diversa e maggiore considerazione”.

La lettera a Monti si apre con un ringraziamento per aver accettato “il non facile incarico affidatole dal Presidente della Repubblica di guidare il Governo Italiano in un contesto interno ed internazionale decisamente preoccupante, non solo dal punto di vista economico” e prosegue concordando con il fatto che “l’obiettivo del risanamento sia certamente prioritario e richiederà molte energie nei prossimi mesi” e con gli intendimenti del premier “circa la necessità di coniugarlo con altri due concetti: l’equità da garantire (anche attraverso una seria lotta all’evasione fiscale) e lo sviluppo da sostenere”.

Ed è proprio in merito al rilancio dello sviluppo che Michele Orlando auspica che le risorse che necessariamente andranno individuate “vengano utilizzate per alleviare le sofferenze dei comuni e degli altri enti locali, che in questi anni sono stati duramente colpiti, da un lato, da un Patto di Stabilità che penalizza in particolare quelli virtuosi impedendo loro di utilizzare liberamente le risorse a disposizione per gli investimenti e, dall’altro, dai tagli ai trasferimenti dello Stato centrale che mettono seriamente a rischio l’erogazione dei servizi. Una situazione difficile, che nei prossimi anni rischia davvero di diventare drammatica”. Seguono quattro proposte concrete, che anche l’ANCI nazionale da tempo ha avanzato, finora senza ottenere risposta dal precedente Governo: innanzitutto “rivedere il Patto di Stabilità in modo da consentire l’utilizzo dei residui passivi per liberate risorse per pagare le imprese che hanno già effettuato opere e per avviare nuovi interventi già finanziati negli esercizi precedenti, dando un contributo importante alla ripresa dell’economia; rivedere il Patto di Stabilità anche per quanto riguarda il saldo obiettivo: non ha senso costringere un comune ad accantonare risorse a disposizione, quando queste potrebbero più utilmente essere utilizzate per mantenere i servizi esistenti (cosa a maggior ragione importante in un momento di crisi come l’attuale) e garantire una adeguata manutenzione del patrimonio; terzo, non conteggiare nei vincoli del Patto gli interventi volti al riassetto idro-geologico del territorio, vera e propria emergenza nazionale visti anche i recenti e drammatici fatti di cronaca; infine, ridurre i tagli ai trasferimenti agli enti locali oppure garantire loro nuove entrate a parità di trasferimenti”.

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Redazione BsNews.it

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