(a.c.) Doveva essere una intimidazione, il più violenta possibile, ma senza giungere all’assassinio. Cerca di difendersi dalle accuse di doppio omicidio l’ex carabiniere Luca Cerubini, 37enne accusato assieme a Daniele Saravini e a un altra persona, un 37enne, guardia del corpo di Torbole Casaglia che il giorno dell’assassinio era da poco rientrato dalla Tunisia, appositamente chiamato dai due.
Cerubini ieri davanti al gip Luciano Ambrosoli e al pm Ambrogio Cassiani ha raccontato la sua versione dei fatti. I macedoni Uzunov e Salija sono stati attirati in Maddalena facendo credere loro che era il posto per saldare i debiti, per restituire loro la fidejussione versata nella mani di Saravini. Invece era una trappola, solo che le cose hanno preso la piega sbagliata. I macedoni hanno reagito alle botte tirando fuori coltelli, e a quel punto dalle tasche della guardia del corpo giunta dalla Tunisia è spuntata una pistola, che ha sparato i colpi mortali. Cerubini non pensava certo a un epilogo di tale natura. E non aveva dato ordine di sparare.
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