(a.c.) Un giornalista che richiama mille persone in un teatro, e le tiene incollate alle poltrone per quasi tre ore. Solo Marco Travaglio ci riesce in Italia, e sabato sera il caso ha voluto che fosse proprio nella nostra città, a poche ore dalle dimissioni ufficiali di Berlusconi, il "bersaglio preferito" di almeno 15 anni di attività giornalistica.
Emblematico il titolo della serata, che doveva essere "Anestesia totale" e si è trasformato in "Primo spettacolo (poco spettacolare) del dopo-B". Ovviamente buona parte della serata è dedicata all’ex premier, chiamato "Barzellettiere", ma sarebbe stato lo stesso anche senza dimissioni. Travaglio magari sorrideva più del solito, ma la preoccupazione per la situazione dell’Italia, e per ciò che verrà, non è certo diminuita: «Lui non c’è più, ma le radiazioni restano».
La bella e brava attrice Isabella Ferrari aveva il compito di leggere brani di Indro Montanelli, padre professionale e spirituale di Travaglio, che ha spiegato benissimo, diversi anni fa, la differenza tra informazione e disinformazione. Ma la colpa per lo stato in cui versa l’Italia secondo Travaglio è da suddividere equamente tra giornalisti e cittadini: "Dove eravamo noi mentre succedeva tutto questo, sotto i nostro occhi?".
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