Al Grande martedì c’è Saturnino (tutto esaurito!)

Tutto esaurito per il concerto che Saturnino terrà martedì 15 novembre alle 21 nel Ridotto del Teatro
Grande di Brescia.

Musicista colto e pop, Saturnino, bassista di Jovanotti, esplora i territori della musica punk, new wave e
post punk mescolandoli con le sonorità classiche del quartetto d’archi: il basso interpreta la melodia
vocale ed è il protagonista di questo progetto di fascino e originalità che segna una nuova tappa del
percorso artistico di uno dei più grandi bassisti italiani.

Autore di culto e popolare allo stesso tempo, Saturnino esordisce discograficamente come solista nel
1995 con Testa di basso, album in cui si mettono in luce una non comune padronanza tecnica, che può
contare anche su un virtuosismo mai fine a se stesso, grande capacità compositiva ed eclettismo. In
Testa di basso Saturnino è autore di tutti i brani e si avvicenda al basso, alla batteria e alla chitarra.
L’album riscuote notevoli consensi di critica e pubblico e la Verve, prestigiosa etichetta americana, lo
include, unico artista italiano, nel suo catalogo. Sempre la Verve lo inviterà quello stesso anno ad esibirsi
alla sua presentazione ufficiale in Italia al Propaganda di Milano, insieme a Chris Botti e Gary Thomas.
Significativo nella storia musicale e personale di Saturnino è il suo incontro, nel 1991, con Lorenzo
Jovanotti. Tra i due s’instaura una forte sinergia che porterà alla realizzazione di tutti gli album di
Jovanotti e di brani di successo tra i quali L’ombelico del mondo, Io No, Penso Positivo, Salvami. È inoltre
il basso di Saturnino a costituire la potente base ritmica di Il mio nome è mai più, brano inciso da Pierò
Pelù, Jovanotti e Ligabue nel 1999 a sostegno di Emergency e che, con le oltre seicentomila copie
vendute, rappresenta in Italia uno dei singoli di maggior successo musicale dell’ultimo decennio.
Gli altri suoi cd come solista sono: Zelig (1996), il live SaTOURnino (1997), Clima (2000). Strumentista
versatile capace di affrontare qualunque stile, nei suoi album si fondono strategicamente influenze che
gli derivano da una cultura segnata dagli studi di musica classica (inizia a studiare violino all’età di cinque
anni) e dalla passione per il funky, il jazz, il rock e l’hip hop. La sua è una musica propensa alle
contaminazioni dunque, ma che esclude ogni forma di citazione. Saturnino fa così suo un concetto di
nomadismo musicale in cui all’artista è concesso muoversi in libertà, senza passaporto, nei territori della
musica già battuti in passato da altri: egli non ripete passivamente e, sempre con creatività, sa ottenere
nuovi insiemi capaci di esprimere identità musicali inedite.

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Published by
Redazione BsNews.it

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