Nessuna frode ai danni di Brescia Trasporti. E’ quanto assicura, in una nota, il presidente della società Andrea Gervasi dopo che un ex accertatore ha accusato alcuni ex colleghi di aver danneggiato l’azienda comunale.
"A seguito di alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale negli ultimi giorni" scrive Gervasi "in merito a presunte truffe e frodi perpetrate da personale aziendale a danno della società e di alcuni dipendenti nell’ambito dell’ attività di riscossione delle sanzioni amministrative comminate a bordo autobus, Brescia Trasporti ritiene opportuno effettuare le precisazioni di seguito esposte. Le dichiarazioni del signor Paolo Milan si riferiscono ad alcune sanzioni dallo stesso elevate nell’anno 2005, e per le quali il dipendente aveva all’epoca ricevuto dall’azienda le dovute spiegazioni. Considerato che nel corso del 2009, dopo anni di silenzio, il Milan ricominciava a fare dichiarazioni, anche pubbliche, paventando furti e frodi sempre con riferimento alle medesime sanzioni, l’azienda, dopo le ennesime verifiche, istituiva una Commissione interna, tra i cui membri figurava un incaricato di fiducia indicato dallo stesso Milan, al fine di verificare la presenza di eventuali irregolarità nella gestione delle sanzioni amministrative di allora. Dalla relazione finale della Commissione" prosegue Gervasi "che non ha ravvisato la sussistenza di fatti costituenti furti o frodi, è emersa l’asportazione non autorizzata di materiale informatico aziendale, ad oggi ancora in possesso del sig. Milan. Nell’aprile scorso Brescia Trasporti ha quindi presentato un dettagliato esposto presso la Procura della Repubblica, depositando, tra l’altro, la predetta relazione e dichiarandosi totalmente a disposizione per le eventuali verifiche dell’autorità. Posto quanto sopra la società ritiene di avere operato nella trasparenza che le compete. Proprio per tale serenità di valutazione e giudizio si ritiene che queste ripetute dichiarazioni pubbliche, in molti casi di carattere gratuitamente ingiurioso e diffamatorio, sempre basate sui medesimi fatti e sui medesimi elementi (dopo avere oltretutto presentato, a dire del sig. Milan, tre analoghe denunce all’autorità competente) ed effettuate con modalità quantomeno irrituali, per non dire di peggio, e senza aggiungere nulla di nuovo, non facilitino certamente l’auspicata conclusione di questa annosa vicenda".
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