(a.t.) "Il segretario del Comune di Brescia, Giacomo Andolina, non è imparziale. E deve dimettersi". A dirlo sono stati oggi, con una conferenza stampa congiunta, i rappresentanti delle forze di minoranza in consiglio (Pd, Sel e Idv, con esclusione di Laura Castelletti e Luciano Cantoni). "E’ stata una decisione difficile", ha spiegato il capogruppo del Pd Emilio Del Bono, "ma abbiamo maturato questa opinione in seguito a tre anni di esperienza. Andolina è un pubblico ufficiale chiamato a tutelare i consiglieri e i cittadini, ma oggi non ci sentiamo garantiti dalla sua figura. Per tale ragione", ha continuato, "ci muoveremo formalmente inviando una missiva al sindaco e all’interessato per chiedergli di dimettersi". Un giudizio sull’operato della persona – ha sottolineato quindi Del Bono – mentre quello sulla giunta rimane di totale condanna perché "riteniamo che il centrodestra stia danneggiando profondamente la città e, sulla vicenda del Pgt, andando chiaramente contro gli interessi dei bresciani e delle parti sociali". A rincarare la dose ci hanno quindi pensato altri esponenti del centrosinistra. "Andolina deve fare il notaio che garantisce tutti, non l’avvocato della giunta", ha tuonato Federico Manzoni. Mentre Alfredo Bazoli ha sottolineato che il problema non è tanto quello della legittimità ma "il negare circostanze che sono note a tutti, come il fatto che la maggioranza sul Piano di governo del territorio non abbia rispettato i tempi". Tanto più alla luce del fatto che il Pgt della città verrà approvato in due sole sedute, mentre "a Chiari ce ne sono volute tre e nella vicina Bergamo dieci". Quanto alle altre forze del centrosinistra, Donatella Albini (Sel) ha sottolineato che "la richiesta di dimissioni non è il frutto della volontà di trovare un agnello sacrificale, ma di manifestare la sfiducia nei confronti del suo operato", che – ha ricordato Francesco Cosentino dell’Idv – "deve garantire gli interessi di tutti i cittadini".
Pochi minuti più tardi è arrivata la (stringata) replica del sindaco Adriano Paroli. "Il segretario", ha detto il primo cittadino, "deve garantire la legittimità degli atti e Andolina l’ha fatto questa volta come tutte le precedenti. Di certo non gli si può rimproverare di aver svolto il suo ruolo con superficialità".
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