La prima vittima dei tagli? La cultura. E così cinque siti archeologici bresciani – siti di valenza nazionale – sono costretti a chiudere le saracinesche nei giorni festivi. Almeno fino a fine anno, la domenica non sarà possibile visitare le incisioni rupestri di Capo di Ponte (primo patrimonio dell’umanità Unesco, anno 1979), le “Grotte di Catullo” di Desenzano, la rocca scaligera di Sirmione. Per la Villa romana di Desenzano ci sono ancora un paio di domeniche garantite mentre per il museo archeologico di Cividate Camuno si arriva fino al 25 settembre. Poi la chiusura. Il caso è stata svelato da un articolo di Pietro Gorlani pubblicato su Bresciaoggi in edicola stamane. Il motivo? Il ministero non intente (o non può, vista la situazione economica attuale) erogare i fondi per coprire gli straordinari dei 65 dipendenti della Soprintendenza lombarda incaricati di svolgere attività di vigilanza. Quindi, questi luoghi, la domenica resteranno chiusi. Con buona pace di chi si ostina a dire che il “petrolio” di questo Paese sono proprio turismo e cultura.
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