Milano, sindaci in piazza contro i tagli. Una cinquantina i bresciani, ma Paroli è assente

Sindaci in corteo, questa mattina, a Milano, contro i tagli della Finanziaria. A sfilare numerose centinaia di primi cittadini a rappresentanza, come scritto su un cartello, di 1.936 Comuni. In prima fila anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, quello di Roma, Gianni Alemanno, quello di Torino, Piero Fassino e quello di Verona Flavio Tosi. Il corteo è stato aperto da uno striscione con la scritta “Giù le mani dai Comuni. Più forte il tuo Comune più forti i tuoi diritti”. Una cinquantina i sindaci bresciani presenti a Milano. Assente però il primo cittadino del capoluogo. Qualche imbarazzo Paroli lo aveva già manifestato nei giorni scorsi: il suo doppio ruolo (sindaco e parlamentare) rischia infatti di costringerlo a votare una finanziaria che ora come ora penalizza la "sua" città.

A Milano la giornata si è aperta all’auditorium Gaber del Pirellone con gli interventi di Roberto Formigoni, Guido Podestà (presidente della Provincia di Milano), Giuliano Pisapia e Attilio Fontana (presidente Anci Lombardia e sindaco di Varese). Poi i sindaci sono scesi in strada e hanno manifestato fino a piazza della Scala. Pisapia ha spiegato che la manovra finanziaria “per quanto riguarda i tagli agli enti comunali, deve essere completamente ritirata. Non è più possibile per gli enti comunali accettare ulteriori tagli e, soprattutto, in questo modo e con questo metodo: cioè senza essere consultati o dopo essere stati consultati, ma senza tenere conto di indicazioni precise, di proposte alternative che sono venute finora da parte dei Comuni”.

Quella di Milano non è stata solo una manifestazione di protesta, ma anche un momento di proposta. “Bisogna tagliare i costi dello Stato centrale – ha detto Tosi – cosa che finora non è mai stata fatta. I Comuni non ce la fanno più, bisogna andare a prelevare laddove ce n’è” Tra le proposte per lo “snellimento” delle istituzioni del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, c’e’ quella di una “drastica riduzione della Provincie affidata alle regioni”, ma anche una riduzione delle stesse regioni “che sono troppe”. Formigoni lo aveva già sostenuto in passato e oggi, alla manifestazione dei Comuni a Milano, ha sottolineato che “la Lombardia è disposta ad accorparsi con altri”. E’ in arrivo un nuovo lombardo-veneto?

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Redazione BsNews.it

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