Il testo del decreto legge cosiddetto "anticrisi" non parla di tempistiche, ma è piuttosto chiaro: i comuni non possono detenere quote societarie superiori al 40%. Traduzione: la Loggia e Palazzo Marino dovranno diminuire la propria partecipazione in A2A, ora al 55%, di 7,5 punti percentuali a testa.
Finirà proprio così? Presto per dirlo, innanzitutto perché il testo deve ancora passare in aula (in Senato il 22 agosto, e poi alla Camera) e poi perché il decreto legge prevede delle eccezioni e delle salvaguardie particolari per i comuni virtuosi, e Brescia sarebbe in prima fila in questo senso. Senza contare che verrà parzialmente messo in discussione anche il patto di stabilità (e quindi potrebbero aumentare le spese in conto-servizi, oggi il vero problema di molti comuni costretti a non superare determinati vincoli di spesa) e la probabile privatizzazione (obbligatoria per legge?) della gestione dei servizi pubblici (escluso quello idrico, recente oggetto di referendum).
Insomma: il decreto legge potrebbe cambiare radicalmente il rapporto tra la municipalizzata e la Loggia, e di fatto anche il bilancio comunale. L’assessore Di Mezza dice che non si farà trovare impreparato.
a.c.
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