Stranieri, Bragaglio (Pd): serve una formazione integrata

Con una nota l’ex assessore Claudio Bragaglio (Pd) interviene sulla questione della formazione e delle attività di alfabetizzazione degli stranieri adulti, invitando il pubblico ad avvalersi del contributo del privato per definire un progetto unitario.

ECCO IL TESTO INTEGRALE 

da anni si svolge a Brescia una meritevole attività di alfabetizzazione degli stranieri adulti. Alfabetizzazione che, come sappiamo, è precondizione essenziale per ogni politica d’integrazione e la promozione della cultura della cittadinanza.

Giorni fa è stato approvato dal Governo un “Regolamento” per un “Accordo d’integrazione tra lo straniero e lo Stato”: in attuazione di precedenti leggi, in cui si prevede un’attività formativa della durata di due anni, basata su un sistema di crediti. In seguito, il Ministero delle politiche sociali stabilirà quali saranno i vari soggetti erogatori delle attività formative, nell’ambito d’una programmazione definita dalle istituzioni scolastiche.

In questi anni si è già svolto a Brescia un importante percorso. Tale percorso si è svolto con modalità diverse. Sia all’interno della struttura scolastica, con le attività promosse dall’Ufficio Scolastico provinciale e dai Centri territoriali (CTP), all’interno degli Istituti (come avviene all’Itis, al Tartaglia ed in molte altre scuole), o con le esperienze pilota della Franchi e della Foscolo. Sia avvalendosi d’una preziosa attività di associazioni laiche, sindacali, parrocchiali (in città: S.Giovanni, S.Alessandro…) e del Centro Migranti, basata sul volontariato dei docenti. Indicativamente, negli otto CTP della provincia, per circa tre-quattro mila stranieri.

Già all’indomani del Decreto Maroni (giugno 2010) si era posta l’esigenza d’una più puntuale formalizzazione dei percorsi formativi, che prevedono prove finali certificate di lingua per la richiesta del permesso di soggiorno a lunga durata (ex carta di soggiorno).

In questi percorsi vengono investite rilevanti risorse economiche, soprattutto in realtà come Brescia, dove si determina, oltre al naturale aumento di richieste di corsi di lingua conseguenti alla normativa del “decreto Maroni”, una forte crescita della presenza di cittadini stranieri, anche nel mondo del lavoro (nella sola città: più 31% in due anni), nonché un’estensione della frequenza scolastica di adolescenti, inseriti nella Scuola superiore e nella Formazione professionale, e di minori non accompagnati affidati a famiglie e comunità educative, che necessitano d’un supporto per l’apprendimento della lingua italiana.

Vedremo quali saranno le future risorse previste dal nuovo Regolamento.

Ma di fronte alle ristrettezze economiche ed ai tagli nel settore scolastico, è indispensabile essere consapevoli che la sola struttura pubblica, con i propri mezzi e personale, non potrà essere adeguata a fronteggiare tale crescente bisogno. Di conseguenza, il percorso formativo si dovrà avvalere dell’associazionismo e non potrà che essere immaginato come un “sistema formativo integrato”. Sulla base, ovviamente, di indirizzi espressi, per quanto di competenza, dall’Ufficio Scolastico Provinciale, come confermato dallo stesso Regolamento.

E’ questo un punto delicato che va affrontato con grande equilibrio e disponibilità collaborativa, peraltro già dimostrata dai Responsabili dell’Ufficio Scolastico di Brescia, affinché personale volontario e mezzi economici possano essere integrati e valorizzati al meglio in un progetto unitario. Raccogliendo, altresì, positivamente le diverse esperienze maturate nei vari CTP in questi anni, in particolare in città. Anche se con un contributo finora troppo limitato da parte del Comune di Brescia che, tra l’altro, in futuro verrebbe ridotto o addirittura azzerato.

L’autonomia delle strutture scolastiche – in collaborazione con istituzioni che si facciano carico di raccogliere le esigenze, di coordinarne gli interventi e di canalizzare in modo trasparente ed equo le diverse fonti di finanziamento – rende possibile definire modalità di coinvolgimento ed accordi con le realtà ed i soggetti erogatori già esistenti, che si articolino in convenzioni e forme contrattuali di collaborazione, anche flessibili. Al fine di poter far fronte ad un crescente bisogno, oltre che di alfabetizzazione, anche di formazione civica. Entrambe necessarie per la costruzione d’una cittadinanza partecipe, responsabile e consapevole.

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Redazione BsNews.it

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