Oggi alle 16 il Vescovo celebra i funerali di don Pierino Ferrari

Oggi alle 16 si celebrerà nella chiesa parrocchiale di Cristo Re di Clusane l’epilogo della vita terrena di don Pierino Ferrari, scomparso domenica mattina. A celebrare la cerimonia funebre interverrà il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari. E’ desiderio di don Piero non ricevere fiori, ma espressioni solidali per l’ospedale oncologico Laudato sì’.

Ricordiamo chi è e cosa ha compiuto nel suo lungo cammino Don Pierino.

Don Pierino Ferrari è presidente e fondatore della Fondazione Laudato sì’ onlus, che si sta occupando dell’edificazione dell’omonimo ospedale oncologico. Quest’opera si inserisce nel solco quarantennale di promozione di attività di aiuto alle persone nel bisogno (disabili, anziani, minori, malati) attraverso l’Associazione Comunità Mamré, l’Associazione Comunità Del Cenacolo, la cooperativa sociale Raphaël, la Fondazione Maria Rosa Cremonesi, l’Associazione di volontariato Amici di Raphaël.

L’ESPERIENZA SACERDOTALE
Don Pierino è nato a Iseo, frazione Clusane il 13.10.1929. Diventato sacerdote nel 1955, ha assunto le funzioni di vice rettore nel seminario diocesano di Brescia per 5 anni (dal ‘55 al ‘60); di vicario cooperatore nella parrocchia di Calcinato per 15 anni (dal 1960 al 1975); di parroco nella parrocchia di Berlingo per 7 anni (dal 1976 al 1982); di parroco a Clusane dal 1982 al 2004.

L’INCONTRO CON MADRE GIOVANNA
Nel 1959, giovane sacerdote, incontra a Fiesole Madre Giovanna Francesca dello Spirito Santo, fondatrice delle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato: la Divina Provvidenza posa la prima pietra di una misteriosa collaborazione tra le due speciali persone.

UNA PRESENZA SEMPLICE, MA SIGNIFICATIVA
La prima sollecitudine apostolica di Don Pierino, stimolata dalla quotidiana esperienza, fu ed è quella di avvicinare le coscienze al mistero di Cristo e della sua Chiesa.
Fin dagli anni ‘60 ha sentito forte la necessità di promuovere nella Chiesa una “presenza”, semplice, ma significativa, di testimoni di Gesù che, imitando il suo esempio, vivessero in piccole comunità, dove condividere la vita con i poveri, considerati come persone degne del più alto rispetto. «Si rivela il valore di una società non tanto dal suo grado di efficienza, quanto dal suo potere umanizzante. La persona in difficoltà, sia essa anziana, malata o disabile, non è spenta nei desideri ed estranea ad ogni sentimento; è e resta una persona capace di sensibilità e di relazione, che esige rispetto e dignità».

MAMRÉ E IL CENACOLO
È alla luce di queste convinzioni e sorretto da una notevole dose di coraggio, che diede vita:
· ad una comunità maschile, denominata “Del Cenacolo”, a Calcinato nell’anno 1962;
· ad una comunità femminile denominata “Mamrè”, a Clusane di Iseo nell’anno 1971;
· nel 1987 stimola il cav. Firmo Tomaso a costituire l’associazione di volontariato “Operazione Mamré”.

RAPHAËL E LA FONDAZIONE CREMONESI
Nel corso degli anni la Provvidenza ha concesso a Don Pierino l’apertura di numerose comunità d’accoglienza per minori, anziani, disabili.
Negli anni ‘80, interrogato da alcuni fatti provvidenziali, letti alla luce dello Spirito, egli si inoltra nel penoso mondo della sofferenza dei malati di cancro.
Con intuizione profetica, in un periodo storico in cui la cultura della prevenzione del cancro era ancora sconosciuta, dà vita:
· al gruppo “Raphael”, sorto nell’anno 1982, e costituito in cooperativa di solidarietà sociale il 13.1.1984;
· alla fondazione “Maria Rosa Cremonesi”, istituita a S. Zeno il 14.10.1988, con la collaborazione della famiglia Cremonesi;
· alll’associazione di volontariato Amici di Raphaël nel 1994, a supporto dell’omonima cooperativa.

«TOCCA A ME»
Queste opere, che si connotano come risposte inedite alle nuove emergenze sociali, sono sorte nella prospettiva di rinnovare “dal di dentro” la società, sostituendo la contestazione con una seria testimonianza di vita: «Può diventare un comodo alibi accusare di utopia le persone che si mettono in atteggiamento di servizio. Utopia è invece pensare di risolvere i problemi che assillano l’umanità contestando le istituzioni pubbliche con l’affermazione: tocca al Comune, tocca alla Regione, tocca allo Stato».
Il “tocca a me” pronunciato con la vita da Don Pierino ha prodotto negli anni, con l’apporto delle istituzioni da lui fondate, uno scenario di impegno operativo, articolato nelle seguenti aree:
· dei soggetti socialmente più deboli e svantaggiati con risorse individuali inadeguate per reggere una vita autonoma e il cui contesto familiare non può farsi carico di tutti i loro bisogni, proponendo loro una vita dignitosa ed una reale integrazione nel loro ambiente di vita, attraverso l’accoglienza in comunità residenziali;
· dei malati di cancro, per offrire loro assistenza e cure adeguate, nonché ricercare ininterrottamente nuove possibilità per prevenire la malattia o per formulare diagnosi precoci. «Non sempre si può guarire, ma sempre si può curare, cioè, prendersi cura» è la convinzione che Don Pierino ha saputo trasmettere all’équipe dei suoi medici, impegnati negli ambulatori istituiti dalla cooperativa Raphaël;
· della formazione permanente come unica possibilità di operare per un reale cambiamento: integrando cioè le forti motivazioni ideali con una preparazione sempre più specifica e aggiornata; sollecitando il confronto e la collaborazione con centri e istituzioni che operano nel medesimo settore. 

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Redazione BsNews.it

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