Metro, prove (animate) di dialogo in Loggia. L’Aula vota sì al piano economico. Con la spada di Damocle della commissione d’inchiesta
(a.t.) Una commissione di indagine per verificare i conti della metro definiti nel 2004. Ma anche per discutere dell’accordo delle riserve sottoscritto dalla Loggia poche settimane fa. E’ sotto questa spada di Damocle che, oggi, in Comune si è aperto il confronto – scontro – fra maggioranza e opposizione sul piano economico-finanziario del metrobus. Un dibattito che ha registrato la mano tesa dell’assessore Fausto Di Mezza, che pure subito dopo ha lanciato la (provocatoria) proposta della commissione. E la disponibilità del Pd, che però – attraverso il capogruppo Emilio Del Bono – ha detto sì alla commissione “purché si discuta anche dell’accordo sulle riserve” e posto – in accordo anche con il capogruppo dell’Italia dei valori Alfredo Cosentini – condizioni non da poco per la trattativa. Tra queste: “il decidere insieme quali opere non sono utili e quali beni vanno venduti”, l’invio di due delegazioni a Roma e Milano “per recuperare in fretta gli 80 milioni del Cipe e colmare il differenziale rispetto al contributo chilometrico che la Regione dà a Palazzo Marino per la sua metro (più del doppio, ndr)”. Ma anche “una riorganizzazione societaria radicale in modo che si arrivi a una sola società gestionale (dunque con l’incorporazione di Brescia Trasporti e Sintesi) e che la patrimoniale abbia vita breve, riportando il debito in pancia al Comune”. La stessa proposta che il vicesindaco Fabio Rolfi – suscitando qualche mal di pancia nel Pdl – aveva avanzato ieri proprio da Bsnews.it.
Alle richieste il capogruppo del Pdl Achille Farina ha risposto difendendo l’accordo sulle riserve, dicendo sì all’allargamento della commissione d’indagine e dicendosi disposto a “valutare il fattto che nella riorganizzazione della società non ci sia un aumento dei costi”. Ma rispondendo picche all’idea di rinunciare a qualche opera, perché “si tratterebbe di pannicelli caldi a fronte di un impegno annuale di 35 milioni”. Mentre il capogruppo della Lega Nicola Gallizioli ha invitato l’opposizione a dare un segnale concreto votando il piano e “quindi riconoscendo i costi della metro, la correttezza del piano e la necessità della scelta dell’Addizionale Irpef”. Un obiettivo non facile, visto che, per tutto il tempo del dibattito, maggioranza e opposizione hanno litigato su costi e obiettivi. Ma al dunque il Pd ha fatto una apertura minima alla maggioranza, astenendosi almeno sulla delibera del nuovo piano finanziario della metro. Votando contro, invece, alla proposta di riassetto societario di Brescia Mobilità (su cui prima aveva posto una pregiudiziale tecnica per il fatto che con la delibera il Comune cede i suoi parcheggi, senza determinarne il valore, a una società di cui il Comune non è unico socigio). Diversa la posizione di Laura Castelletti che ha annunciato il voto a favore del piano salva-metro, pur sottolineando di non condividerne il merito, e si è detta contraria alla commissione d’indagine. Stessa azione per Cantoni (Api) che ha spiegato di voler così “inaugurare una nuova stagione di rapporti con questa maggioranza, in particolare sulle opere pubbliche”. Mentre Donatella Albini (Sel) ha votato contro.