Sfratto, il Magazzino 47 risponde a Rolfi: bugie e imprecisioni
Abbiamo letto in questi giorni sui quotidiani locali le dichiarazioni fatte dal vicesindaco Rolfi contro il centro sociale Magazzino 47. “E’ necessario ristabilire alcuni dati di realtà che Rolfi, per poterci definire ‘soggetti volontariamente morosi’, ha omesso o falsificato”. Con una nota il Magazzino 47 interviene sulla questione dello sfratto del centro sociale e delle dichiarazioni fatte al riguardo dal vicesindaco Fabio Rolfi.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO
1) Magazzino 47 ha chiesto e ottenuto nei mesi scorsi l’apertura di una trattativa tuttora in atto con la proprietà dell’immobile che ospita il centro sociale, proprio per definire l’entità, le modalità e la tempistica dei pagamenti ancora da fare in base al contratto d’affitto del 2006, superando le difficoltà sorte nel corso degli anni.
2) In particolare, va detto che le opere di manutenzione straordinaria dell’immobile del centro sociale – opere per un importo di 30mila euro e che costituiscono una quota considerevole dell’affitto complessivo – non sono state ancora realizzate, nonostante l’intenzione di Magazzino 47 sia tuttora di realizzarle, perché ad oggi, al contrario di quel che dice Rolfi, la sola cosa che manca per procedere è proprio l’autorizzazione da parte della proprietà!
3) Nella fase di progettazione di quei lavori si sono verificate lungaggini che soltanto per malafede si possono attribuire alla sola responsabilità del centro sociale. Va ricordato a questo proposito che la presenza di pcb nella zona dove sorge lo stabile che ospita Magazzino 47 è stata causa di
problematiche molto complesse da risolvere non solo per il centro sociale ma anche per la stessa proprietà, proprio in funzione dell’autorizzazione all’esecuzione dei lavori.
4) Magazzino 47 più volte in questi mesi, anche nel corso degli incontri avuti finora con i rappresentanti della proprietà, ha dichiarato e comprovato la volontà di versare una cifra molto consistente, tale da coprire la differenza restante tra l’importo complessivo dell’affitto dovuto e il valore stimato dei lavori di manutenzione che il centro sociale non ha ancora potuto eseguire.
5) Magazzino 47 inoltre considera irrinunciabile per risolvere l’intero contenzioso il realizzarsi di altre due condizioni, che però la proprietà non ha ancora garantito: il rinnovo del contratto oltre la scadenza di fine 2011 e la sostenibilità economica del nuovo contratto.
Detto questo, vogliamo sottolineare alcuni altri dati di contesto indispensabili per capire di cosa si parla: dopo anni di occupazioni, di sgomberi voluti dalle varie Amministrazioni comunali (giunta Martinazzoli-Corsini compresa) e di rioccupazioni, da ormai 18 anni, dal 1993, Magazzino 47 si è conquistato il diritto ad esistere all’interno dello stabile comunale di via industriale 10, che era da lungo tempo in disuso e che tornerebbe ad essere inutilizzato, in zona cimiteriale e inquinata dal pcb, se dovesse smettere di ospitare Magazzino 47.
Per Magazzino 47 uno stabile sufficientemente ampio マ indispensabile per fare quel che distingue nettamente un centro sociale, a Brescia come in mille altre cittˆ, da un partito o da un semplice gruppo politico: una molteplicità di attività politiche e di aggregazione sociale continuative e autogestite, di feste, concerti, assemblee, incontri pubblici, corsi di vario genere.
Per svolgere queste attività che non hanno fine di lucro e che grazie al basso costo economico sono accessibili a chiunque, Magazzino 47 conta esclusivamente sulle proprie forze, vale a dire sull’apporto volontario e gratuito di molte centinaia di attivisti e frequentatori.
Magazzino 47 non ha mai chiesto un solo euro di finanziamento pubblico per le attività che svolge, al contrario di tutti i partiti, che godono invece di ingenti finanziamenti pubblici garantiti e pagati da tutti i cittadini, noi compresi. Eppure ci sono rappresentanti di partiti – che oltretutto quando ricoprono cariche istituzionali elargiscono a se stessi laute prebende attingendo dalle casse dello Stato – che hanno persino la faccia tosta di minacciare di sgomberare Magazzino 47 accusandolo di vivere sulle spalle della collettività! Quello di Rolfi è il coraggio di chi non conosce vergogna.
Al di là di tutto questo, restiamo convinti che risolvere il contenzioso economico tra Magazzino 47 e Comune di Brescia in modo soddisfacente per entrambe le parti sia senz’altro possibile ed è in questa direzione che vanno i nostri atti concreti. Pertanto, potrebbe essere una sola la motivazione reale di un’eventuale azione di sgombero del centro sociale: l’ostilità politica dell’Amministrazione comunale, magari capeggiata da quel vicesindaco leghista che sabato 9 luglio, comiziando in piazza Loggia al fianco del fascista Borghezio davanti a pochissimi “spensierati” razzisti, ha definito Magazzino 47 “un cancro da estirpare”.
E’ probabile inoltre che qualcuno in Comune si sia fatto l’idea di poter usare una forzatura contro Magazzino 47 per ricavarne facili tornaconti elettorali e per distogliere l’attenzione pubblica dai problemi veri della città e dalle responsabilità di chi la governa. E’ un’idea basata su un calcolo sballato. In realtà possiamo garantire che lo sgombero dello stabile di via industriale non sarebbe affatto facile, non eliminerebbe Magazzino 47 e non risolverebbe alcunché. Al contrario, se l’Amministrazione comunale ha intenzione di crearsi un problema dal costo politico enorme, non ha che da procedere con l’azione di forza. Se vorrà la conferma dei fatti, noi siamo pronti fin d’ora.