Altri cento profughi nel bresciano. I sindaci camuni sul piede di guerra: “Pronti alle dimissioni”

Nonostante le proteste e le controproposte, continuano gli arrivi di profughi destinati al territorio bresciano. Secondo quanto riferisce l’edizione odierna del Giornale di Brescia entro agosto ne arriveranno altri cento, distribuiti soprattutto in Valle Camonica (dove ce ne sono già 212), in particolare a Monte Campione (che oggi ne ospita già 99). Una situazione, va detto, generata più dal fatto che gli albergatori continuano a dare disponibilità di posti che non dalla programmazione delle istituzioni. La distribuzione dovrebbe avvenire in questo modo: una ventina in città, il resto in Valle: 10 a Cividate (all’albergo Vannia), 20 a Ponte di Legno (anche se l’albergatore avrebbe dato disponibilità solo fino a fine agosto) e il resto (tra i 50 e i 70) alle Baite di Montecampione.

Una situazione che sta comunque creando tensione e malcontento, soprattutto tra i sindaci e gli amministratori locali, costretti a “subire” le decisioni senza poter dire nulla. Ieri, avvisati della riunione in Prefettura solo un paio d’ore prima (in cui tra l’altro hanno solo potuto prendere atto di quello che era stato deciso) sarebbero arrivati a minacciare le dimissioni e avrebbero ipotizzato proteste clamorose come il blocco della strada (evocato nelle scorse settimane anche dal pesidente della Provincia Daniele Molgora). «È una cosa fuori di testa pensare di isolare 300 persone in valle – sono sbottati -, in un periodo tra l’altro di ferie estive, quando il personale medico e della sicurezza cala un po’. Non sottovalutiamo la pazienza della gente. Non accettiamo che da Milano si prendano decisioni con i privati senza ascoltare il territorio e chi lo amministra».