Prignachi: “Ampliamo il metrò a est e a ovest, così faremo quadrare i conti”

(da.bac.) Ampliare la metropolitana per coprirne (o quasi) i costi di gestione. Eccola la mossa di Valerio Prignachi per far quadrare i conti del metrobus cittadino. Una mossa doppia, in verità, che consiste nel disegnare prolungamenti dell’attuale linea verso est e soprattutto verso ovest. Un paradossale gioco al rialzo, a prima vista. Eppure per il presidente di Brescia Mobilità si tratta dell’unica strategia per rendere l’infrastruttura cittadina davvero “baricentrica” rispetto al sistema trasportistico della Lombardia orientale. “La metro così com’è è troppo piccola e non riesce a reggere i costi di gestione” spiega Prignachi. L’attuale segmento a “L” tracciato da Prealpino a Buffalora si interrompe bruscamente, lontano dai grandi nodi della mobilità; e a ovest non è proprio presente, al di là dell’ipotesi (troppo onerosa) del prolungamento da Lamarmora alla fiera.

L’idea è allora questa: da un lato prolungare la linea fino a Rezzato, dall’altro sfruttare la tratta urbana della Brescia-Iseo-Edolo per organizzare corse cadenzate e frequenti (ogni 5-10 minuti) dalla Mandolossa alla stazione Fs. “Così si realizzerebbe davvero un sistema integrato che avrebbe nella metropolitana il suo asse d’eccellenza” spiega il presidente. “Io credo che a fronte di uno sforzo di quasi 900 milioni di euro (questo il costo globale dell’opera), valga la pena aggiungere ancora qualcosa per rendere l’opera funzionale. Cosa che ora non è”. Dalle prime stime quel “qualcosa” equivale a 50-60 milioni di euro. Soldi che verrebbero recuperati bussando alle porte del Ministero ma anche della Regione. A cosa servirebbero?

Per il quadrante est l’ipotesi migliore sarebbe quella di prolungare l’attuale linea a raso (la tipologia che costa meno) fino all’intersezione delle tangenziali che portano a Salò, Desenzano e Mantova. Lì si potrebbe realizzare il nuovo capolinea del metrò, con un adeguato parcheggio scambiatore, da far dialogare e integrare con la stazione ferroviaria del paese. In questo modo si potrebbe intercettare molta dell’utenza automobilistica che entra in città da est ma anche i pendolari e i passeggeri delle ferrovie.

A ovest – che è la vera priorità – non servirebbero nuove infrastrutture. L’ipotizzato prolungamento verso la Fiera sembra destinato a finire nel dimenticatoio, sia per i costi troppo alti (300 milioni) sia perché si tratta di una zona poco antropizzata (e quindi con pochi potenziali passeggeri). “Eppure uno sviluppo a ovest va pensato, per intercettare l’utenza che entra in città da lì” spiega Prignachi. La soluzione – per il presidente – si chiama Brescia-Iseo-Edolo, la linea che proprio lui ha contribuito a rilanciare da assessore provinciale ai trasporti. In sostanza nel tratto urbano della storica ferrovia si potrebbero organizzare delle corse-navetta, con un treno ogni pochi minuti. Considerando il fatto non trascurabile che Brebemi si innesterà sulla tangenziale sud all’altezza della Mandolossa, lì – con un adeguato parcheggio – potrebbe nascere un nodo d’interscambio formidabile. Il tutto con una spesa di circa 20 milioni (per integrare il materiale rotabile, cadenzare le corse, riorganizzare il servizio). “Dovremo sederci al tavolo con Trenord e la Provincia” spiega Prignachi, ma la trattativa pare già ben avviata.

Dentro questo scenario anche i conti del metrobus farebbero allora meno paura. Al di la del capitolo costruzione, la gestione dovrebbe costare alle casse del Comune 35 milioni l’anno (28 di oneri finanziari). Come si sa parte verrà coperta dall’addizionale Irpef. Ma il resto? Prignachi punta proprio sull’ampliamento per aumentare i passeggeri che – nel piano finanziario del metrò – sono stimati in 50 milioni l’anno. Dalle prime ipotesi prudenziali, si potrebbe avere da subito un incremento dell’8%. Potrà sembrare poco, ma a livello di ricavi ci sarebbe una sorta di effetto moltiplicatore (dal momento che i costi restano fissi mentre l’utenza intercettata aumenta). “Non dico che potremmo raggiungere il break even” conclude Prignachi “ma di certo potremmo avvicinarci molto”. Certo, serviranno molte altre cose: accordi con gli enti regolatori, sinergie tra le società, un’unica società di gestione della bigliettazione e quindi un biglietto integrato. Senza contare le integrazioni con le altre ferrovie regionali (Brescia Cremona, Brescia-Bergamo). Ma la strada è comunque tracciata. "Per avere uno scenario di sostenibilità" conclude Prignachi "bisognerà da un lato operare creando sinergie e integrazioni, dall’altro dando alla società autonomia patrimoniale e finanziaria".

Share
Published by
Redazione BsNews.it

Recent Posts

▼ Norovirus, analisi negative: l’acqua di Ponte di Legno torna potabile

A Ponte di Legno l'acqua della vasca del Tonale è tornata potabile. A comunicarlo è…

18 ore ago

▼ Calcinato, cane intrappolato nel fiume: lo salvano i Vigili del fuoco

Si è fortunatamente conclusa nel migliore dei modi la brutta disavventura che un cane di…

19 ore ago

Tajani “All’Ue per una Difesa comune servono un Commissario ed eurobond”

ROMA (ITALPRESS) – “Il presidente Macron dice sostanzialmente che la Ue ha bisogno di un…

19 ore ago

Lollobrigida “Inserire la sovranità alimentare nella Costituzione”

ROMA (ITALPRESS) – “Chiederemo di aggiungere all’articolo 32 della Costituzione questo passaggio: La Repubblica garantisce…

19 ore ago

▼ Lonato, vandali in Stazione: bruciati i libri del book sharing

Non c'è pace a Lonato del Garda per il Centro socio culturale La Stazione gestito…

19 ore ago

▼ Lonato, muore cadendo dal bagagliaio dell’auto in corsa: indagato il 18enne al volante

Bisognerà attendere ancora per conoscere l'esito della vicenda che ha portato alla morte di Omar…

20 ore ago