Santa Giulia è patrimonio dell’umanità. Polemica sui meriti dell’operazione
La notizia ora è ufficiale. A quattro anni dall’avvio della pratica Santa Giulia – sabato pomeriggio, a Parigi – è stato dichiarato dall’Unesco “Patrimonio mondiale dell’umanità”. Una decisione attesa da quattro anni da quando, nel 2007, l’allora sindaco Paolo Corsini avanzò la candidatura – poi completata dall’assessore Arcai – del complesso Santa Giulia San Salvatore insieme a Cividate del Friuli e altre cinque località longobarde (di Castelseprio, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento e Monte Sant’Angelo.)
“I Longobardi in Italia. I centri del potere (568-774 d.C.)” è infatti una candidatura “seriale” che il Governo nazionale ha inteso riconfermare nel gennaio 2010 quale unica candidatura italiana, ritenendo la stessa di massimo valore storico-artistico, in quanto espressione della funzione decisiva svolta dalla cultura longobarda nell’opera di saldatura tra la civiltà classica e quella medievale. Una funzione e un valore chiaramente riconosciuti nel 2009 dallo stesso ICOMOS, l’ente ispettivo dell’UNESCO, che ha fornito ai proponenti alcuni suggerimenti migliorativi per la massima efficacia della proposta: potenziamento dell’apparato storiografico europeo, della comparazione tra i beni longobardi e quelli di altre civiltà altomedievali e ampliamento di alcune aree di tutela.
Brescia, in particolare, ha visto rafforzata la propria valenza con l’estensione della candidatura anche all’area archeologica del Capitolium adiacente il complesso di San Salvatore-Santa Giulia: Capitolium, Foro, Basilica, Teatro e Palazzo Martinengo. Fino ad oggi erano 911 i siti nel mondo (46 quelli italiani) a cui vanno ad aggiungersi i 7 del progetto "Italia Langobardorum".
Intanto continuano i botta e risposta tra l’ex sindaco Corsini e l’assessore alla Cultura Andrea Arcai sui meriti di questo importante risultato per la città.