Loggia, ecco il piano salva-metro. Irpef e doppia società o “l’opera divorerà Brescia”
(a.t.) “Brescia Mobilità rischiava di diventare un mostro finanziario, che – con i debiti – avrebbe lentamente divorato il futuro di Brescia. La nostra è una scelta dolorosa, ma responsabile. Non certo a fini elettorali”. Con queste parole l’assessore al Bilancio Fausto Di Mezza ha commentato oggi pomeriggio il nuovo piano economico-finanziario della Loggia sulla metropolitana leggera. Un nuovo quadro economico che passa attraverso un’operazione di ingegneria societaria e l’introduzione dell’Addizionale Irpef, che – come anticipato ieri da questo sito – entro due anni salirà fino allo 0,40 per cento.
“La nostra azione”, ha detto Di Mezza, “è stata improntata soprattutto su due obiettivi: concludere l’opera entro il 31 dicembre 2012 e chiudere anzitempo la partita riserve per evitare il rischio che un giudice in arbitrato ci obbligasse a pagare una fetta sostanziosa dei 565 milioni di riserve previste. Ma la premessa di tutto è una sola. Il piano definito dal Comune del 2004 non regge: i costi reali sono maggiori almeno per 30-35 milioni di euro all’anno (quasi il bilancio dei Servizi sociali) e il biglietto a un euro e 90 centesimi, oltre a non essere consentito dalla legge regionale, avrebbe affossato definitivamente il trasporto pubblico a Brescia. Inoltre nelle vecchie previsioni non c’era alcuna copertura dei 13 milioni all’anno di mutuo contratto dalla società. In sostanza l’unico numero che rimarrà invariato nel piano che voteremo il 26 luglio sarà quello dei passeggeri previsti: 50 milioni all’anno”.
Quindi l’assessore al Bilancio ha fornito il quadro complessivo dei costi dell’opera – 935 milioni di euro (513 già stanziati da Stato e Regione) – sottolineando che, nonostante il mutuo da 200 milioni del 2004, “mancano all’appello 101 milioni di euro che Brescia Mobilità dovrà recuperare per le mancate capitalizzazioni del passato e altri 97 per chiudere la partita degli extracosti”. Insomma: 400-420 milioni di euro da reperire in fretta. Per farlo, il laborioso piano messo in campo dalla Loggia prevede lo scorporo Brescia Mobilità in due società: una patrimoniale e una gestionale. La prima verrà capitalizzata con 200 milioni di mutuo a carico del Comune, che pagherà questi soldi attraverso l’Addizionale (definita “una sorta di tassa di scopo”), ma anche con la cessione di parcheggi alla società (35 milioni previsti) e con 25 milioni di “valorizzazione di aree limitrofe”. In questo modo la Gestionale sarà priva di qualsiasi debito, avrà un valore patrimoniale fra i 500 e 600 milioni di euro e potrà chiedere a sua volta un mutuo da 140 milioni per chiudere l’opera. Successivamente la società patrimoniale affitterà la metro alla gestionale “con un canone che basterà a pagare la rata del mutuo”.
Infine Di Mezza ha lanciato un appello all’opposizione affinché tenga un “atteggiamento responsabile sulla questione”, perché “chi vuole mantenere un briciolo di paternità di quest’opera non può non votare la nostra proposta”. “Le opere”, ha aggiunto, “vanno volute, ma anche pagate. Se i 13 milioni annui di rata fossero stati pagati dalla società attraverso prestiti, Brescia Mobilità sarebbe diventato un mostro che avrebbe divorato la città. Mentre con il nostro piano il problema viene risolto in maniera strutturale”.