Palazzo Avogadro? Una patata bollente ereditata dalla giunta Corsini. Lo scrive sul suo blog l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Brescia Mario Labolani rispondendo così alle richieste del Pd che ieri chiedeva di abbandonare il progetto del cubo bianco e allestire l’aula studio nel palazzo – una volta restaurato.
"Che Palazzo Avogadro fosse in condizioni disastrose si sapeva- scrive Labolani, ricordando un suo precendete articolo dell’ottobre scorso – e che i fondi fossero bloccati dal patto di stabilità anche, esattamente come il fatto che la situazione è una delle tante “patate bollenti” lasciate in eredità dalla giunta Corsini. Se il Pd, strilla sulla pensilina – altra scelleratezza priva di senso “impiantata” dal Pd- tace in modo indegno invece sugli anni di incuria e abbandono che hanno contraddistinto il malgoverno della città negli anni passati e di cui noi ora facciamo le spese. Dopo diversi sopralluoghi con la soprintendenza e un tavolo di lavoro – continua Labolani – sono stati stanziati 25.000,00 euro per tamponare i danni delle pareti, dal canto nostro interverremo con oltre 40.000 € per riparare il terrazzo esterno. Nel frattempo, gli uffici tecnici del Centro storico hanno elaborato un piano di messa in sicurezza a tutto tondo. Valore: 1,6 milioni di euro. Che il Comune deve reperire necessariamente per salvare Palazzo Avogadro, il solito discorso dei soldi che non si possono toccare a causa del patto di stabilità".
Si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede di Confartigianato Brescia di via Orzinuovi 28 l’elezione…
Sono pesanti le presunte irregolarità contestate dalle forze dell'ordine a un'azienda tessile di Prevalle alla…
«Ogni infortunio, fino alle ultime intollerabili disgrazie avvenute nelle ultime settimane sul nostro territorio, interrogano…
Domenica 12 maggio torna il “Pic Nic d'epoca - Le déjeuner sur l'herbe”, evento organizzato…
Caos e code nelle farmacie bresciane dopo che la Regione ha fissato nel 30 marzo…
La maggioranza di Salò finisce a pezzi e si apre dunque la possibilità che, dopo…