Gussago, la differenziata e la migrazione dei rifiuti

Egregio direttore, se me lo permette, vorrei usare questo spazio sulle pagine del Suo giornale per segnalare una curiosità che da qualche tempo sta interessando Gussago, il paese in cui vivo.

Ho infatti osservato che, sempre più spesso, nell’isola destinata ai cassonetti vicino alla mia abitazione, si fermano negli orari più svariati un numero crescente di automobili rispetto al passato, per lasciare sacchetti e ogni tipo di rifiuto talvolta anche ingombrante. Nel vicinato, ovviamente, si è iniziato a parlare della cosa, e a farsi delle domande, le cui risposte sono ahimè confluite in una risposta logica e chiara: siamo di fronte ad una nuova specie di migrazione…quella dei rifiuti. Forse nessuno la sta ancora studiando, poiché è recente di nascita, ma assicuro che è di tutto interesse perché influisce negativamente sulla vita della popolazione locale. Infatti, oltre a costringere noi abitanti ‘indigeni’ a rivolgerci ad altri centri di raccolta rifiuti perché quello più prossimo alla nostra abitazione è pieno, procurandoci un disagio non indifferente, dà luogo ad una condizione igienico sanitaria non propriamente ideale e ad un disordine fastidioso.

Perdoni, direttore, i toni ironici che utilizzo. Tento solo di sdrammatizzare una situazione assolutamente sgradevole, che ci sta preoccupando.

Unica motivazione plausibile per spiegare il fenomeno in modo un po più serio, tirando le somme, ci riconduce al fatto che in qualche comune limitrofo si è passati da poco alla raccolta rifiuti ‘porta a porta’. Nel mio comune, per fortuna e forse per lungimiranza amministrativa, la raccolta differenziata viene operata attraverso cassonetti e tutto funzionava bene fino a quando gli stessi sono stati presi di mira da quanti, passando per il nostro paese soprattutto la mattina andando magari a lavorare o a portare i figli a scuola, sostavano per ‘scaricare‘ il malloppo da noi. Penso ci sia da fare una bella ‘pensata’ sull’argomento. Che noi dobbiamo subire le scelte di altri mi sembra alquanto insensato e democraticamente scorretto. Penso che i cassonetti siano distribuiti in un territorio in funzione degli abitanti e delle attività presenti. Se arriva spazzatura ‘straniera’ senza autorizzazione, il sistema ovviamente collassa. Non possiamo permettere una situazione di questo genere. E’ scomoda, brutta da vedere, poco igienica e irrazionale. La libertà di scelta, mi sembra sia ancora una nostra prerogativa. Quindi, chiedo ai signori amministratori che hanno scelto il ‘porta a porta’ nei comuni vicini, di controllare la propria utenza o di tornare ai cassonetti che, tra l’altro, in alcuni comuni bresciani so avere introdotto il controllo accessi proprio per autotutela nei confronti di quei ‘poveretti’ costretti a scarrozzarsi il rifiuto perché da loro non si può buttare. E per concludere mi pongo una domanda: ma come è possibile misurare esattamente il funzionamento della raccolta ‘porta a porta’ se la spazzatura ‘migra’ in altri lidi?

Lettera firmata

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Redazione BsNews.it

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