Aler: i test per un posto da dirigente finiscono in Procura

Il polverone sulle presunte domande sui gusti sessuali dei candidati per un posto da dirigente tecnico all’Aler non si è per nulla placato, anzi. E’ di ieri la notizia che Mirko Lombardi (Sinistra e Libertà), membro di minoranza nel Consiglio di Amministrazione Aler, ha presentato un esposto al procuratore capo Nicola Maria Pace.

Le accuse avanzate da Lombardi, che saranno debitamente vagliate dalla Procura, non sono puramente illazioni ma si baserebbero su specifici test la cui stesura sarebbe stata affidata dalla stessa Aler alla società di consulenza Cispel. Le domande sottoposte ai candidati insomma erano state stilate per conoscere non solo le capacità professionali ed attitudinali ma anche i comportamenti e le abitudini sessuali, il che è espressamente vietato dalla normativa europea recepita anche dall’Italia (nel 2003). Secondo Lombardi il test avrebbe influito pesantemente nella valutazione dei candidati, non sarebbe stato sottoposto solo come approfondimento dei profili. Se questo sia sufficiente o meno per aprire un fascicolo giudiziario lo stabilirà la Procura.

Certo è che esiste un’ampia letteratura riguardo ai test sottoposti a candidati di varia natura. Quello specifico nominato da Lombardi riguarda la batteria di valutazione definita “CBA 2.0” (cognitive behaviour assestment 2.0); una descrizione di questo test dice che:
“Si tratta di una batteria di più test a vasto spettro, che mira a molteplici scopi: fornire una precisa valutazione dei problemi che il soggetto lamenta; fornire indicazioni sugli approfondimenti più appropriati per una loro comprensione; raccogliere in modo uniforme un’anamnesi psicosociale del soggetto; dare un ampio ventaglio di misurazioni iniziali, rispetto alle quali valutare l’evoluzione del caso e l’esito di un eventuale trattamento; fornire misurazioni di alcuni costrutti psicologici di primaria importanza quali l’ansia di stato, la depressione, le paure, le ossessioni, le compulsioni, i disturbi psicofisiologici; dare una valutazione di alcune variabili di tratto costituenti indici prognostici riferiti al rischio del soggetto di sviluppare, in presenza di determinate pressioni ambientali, disturbi e disadattamento; suggerire ipotesi relative alle relazioni funzionali che possono intercorrere tra problemi e disturbi attuali ed eventuali manifestazioni disadattive presenti nell’ambito familiare e socioprofessionale del soggetto.
Il CBA-2.0 è stato pensato come sussidio per lo psicologo nel corso delle diverse operazioni di valutazione iniziale del caso e come fonte di suggerimenti, ipotesi ed informazioni addizionali.”

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Redazione BsNews.it

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