Il caso dei test a luci rosse per la selezione di un tecnico Aler finisce sul tavolo del Garante della privacy. A comunicarlo è Mirko Lombardi consigliere dell’Aler di Brescia ed esponente bresciano di SEL che due giorni fa aveva sollevato il caso (leggi qui).
“E’ con grande soddisfazione che apprendo dell’apertura di una istruttoria del Garante della Privacy” spiega Lombardi. “Gli elementi di fatto sono così clamorosi da configurare, secondo me, un reato penale. Sia la direttiva europea che la legge di recepimento italiana sono chiarissime. Credo che L’aler di Brescia, come ho espressamente chiesto al presidente, debba agire con tempestività contro Cispel per l’abuso effettuato e che vede l’Aler parte lesa e danneggiata”.
Ma il presidente dell’Aler Ettore Isacchini si dice tranquillo e – in una nota – precisa di aver «svolto gli opportuni accertamenti ed avuto precise garanzie, dalla Società incaricata, che tutto si svolto rigorosamente secondo le previste normative, applicando in pieno il protocollo e rispettando una prassi riconosciuta e frequentemente utilizzata secondo parametri certificati».
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