Domande troppo private – anche sulla sfera sessuale – per selezionare i candidati al posto di dirigente tecnico dell’Aler. Sono queste le gravi irregolarità con ipotesi di reato penale – così riferiva l’invito alla conferenza stampa – di cui ha parlato oggi Mirko Lombardi, coordinatore cittadino di Sel e consigliere dell’Aler bresciana. Sottolineando di aver già chiesto al presidente dell’ente Ettore Isacchini – parte lesa nella vicenda – di sporgere denuncia sull’accaduto.
Tra gennaio e febbraio, infatti, una trentina di aspiranti dirigenti si sarebbero presentati alle selezioni, affidate a una società esterna che aveva già in passato collaborato con l’ente. E tra le domande a cui sono stati chiamati a rispondere alcune avrebbero riguardato anche le eventuali esperienze sessuali con persone dello stesso sesso e gli eventuali aborti. Un criterio che, secondo Lombardi, cozza con il decreto legislativo 216/2003 secondo cui (articolo 3) Il principio di parità di trattamento senza distinzione di religione, di convinzioni personali, di handicap, di età e di orientamento sessuale si applica a tutte le persone sia nel settore pubblico che privato ed è suscettibile di tutela giurisdizionale ( ) con specifico riferimento alle seguenti aree: a) accesso all’occupazione e al lavoro, sia autonomo che dipendente, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione (…), salvo che per la natura dell’attività lavorativa o per il contesto in cui essa viene espletata, si tratti di caratteristiche che costituiscono un requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dell’attività medesima. Una casistica, quest’ultima, che pare difficilmente applicabile all’Aler.
Lombardi ha quindi invitato Isacchini a presentare un esposto e annunciato che trasmetterà la documentazione al Commissario europeo per la libertà, alle corrispondenti autorità italiane e il parlamento. Inoltre l’esponente di Sel ha chiesto le dimissioni del direttore della società incaricata di gestire la selezione.
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