Provincia di Brescia e Camera di Commercio l’avranno vinta sulla quota del 76% nel controllo della società, potranno opporsi alla stipula di accordi se lo vorranno fare ma, in caso di opposizione a lungo termine e contrarietà su scelte strategiche con gli altri soggetti coinvolti (leggi: Verona) la società potrà deliberatamente liquidare le quote e mettere fuori Brescia.
Questa in sostanza la natura della proposta degli scaligeri, che vorrebbero in questo modo uscire dall’empasse in cui la Catullo si trova da febbraio, dopo le esternazioni del sindaco Tosi e il congelamento delle decisioni (Verona per l’accordo con la Sea di Milano si accontenterebbe di avere il 51% (assieme a Brescia e Trento), Brescia invece vorrebbe il 76%.
Come l’hanno presa il presidente Molgora e il presidente di Camera di Commercio Bettoni? Perplesso, ma possibilista, il leghista, assolutamente contrario Bettoni, che considera la proposta svilente per Brescia. L’obiettivo di Broletto e CdC è solo quello di non dare la guida della società a Milano (e Brescia, in casi analoghi ne sa qualcosa…): l’accordo con la Sea è da fare, ma i 20 milioni che Brescia ci metterà dovranno essere spesi per il nostro territorio.
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