Iveco, in tre anni produzione ridotta del 60%. Ma nel 2011 prevista una ripresa

In tre anni l’Iveco di via Volturno ha ridotto la propria produzione del 60%. Nel 2006  lo stabilimento produceva 25mila veiocoli, nel 2009 sono stati 10mila. E’ quanto è emerso ieri, nel corso del vertici tra rappresentanti dell’azienda e sindacati (Fim, Fiom, Uilm e Fismic) in AIB. L’incontro aveva l’obiettivo di fare una verifica sugli investimenti previsti dall’accordo del 24 aprile 2009 e per un’analisi delle prospettive di mercato.

Nell’ambito delle produzioni, come spiega un comunicato sindacale unitario redatto al termine dell’incontro, Iveco sta vivendo una ripresa a due velocità: rapida per il segmento Daily (prodotto a Mantova e a Valladolid, in Spagna); lenta per il segmento medio (Brescia) e pesante (Ulm, in Germania). Lo stabilimento Iveco di Brescia attualmente occupa 2.600 addetti suddivisi tra 2.322 operai, 273 impiegati e 5 dirigenti; l’età media è 43 anni. Rispetto al 2009, il 2010 ha visto un incremento di produzione, ed è stata raggiunta quota 13mila veicoli. Per il 2011 si prevede una produzione di 15mila mezzi. All’interno del gruppo Iveco, lo stabilimento di Brescia ha una focalizzazione sull’Eurocargo, segmento che non viene prodotto in altri stabilimenti del gruppo. In questo segmento, Iveco si situa tra i primi produttori a livello europeo, in un mercato che si è ridimensionato rispetto agli 80mila pezzi degli anni ante crisi. Obiettivo di Iveco, informa sempre la nota sindacale, è migliorare le quote di mercato nei mercati europei, per recuperare il ridimensionamento avvenuto negli ultimi due anni. Le attuali produzioni di telai per altri stabilimenti del gruppo verranno trasferite entro l’anno, per completare la focalizzazione sul veicolo medio. L’azienda ha confermato ieri l’impegno, assunto con l’accordo di novembre 2009, relativo all’assorbimento dei lavoratori della Mac.

Inoltre, i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto di verificare la possibilità ai contratti di solidarietà al posto della cassa integrazione. L’azienda ha dichiarato di essere disponibile a una valutazione dello strumento (il numero di ore non lavorate deve tuttavia situarsi tra gli otto e i dieci giorni al mese). Le parti si sono aggiornate al 12 maggio per continuare la discussione in merito ai contratti di solidarietà.

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Redazione BsNews.it

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