La celebrazione “politica” del 17 marzo a Chiari è arrivata un po’ in ritardo. E non è stata gran cosa. Certo, nessuno obbligava le amministrazioni locali a celebrare feste in onore dei 150 anni dall’Unità d’Italia, però desta una certa impressione vedere il lungo elenco di iniziative che tanti piccoli o piccolissimi comuni hanno organizzato e allo stesso tempo il vuoto dell’amministrazione Lega-Pdl di una cittadina come Chiari.
Giovedì 17 l’unico momento di festa organizzato in paese è stato il corteo delle associazioni d’arma, conclusosi con un alzabandiera e senza la presenza del sindaco ma solamente di un paio di assessori. Polemiche a non finire, e dopo alcuni giorni la maggioranza accetta l’invito dalle minoranze di ricordare la festa suonando l’inno di Mameli in apertura di consiglio comunale.
L’opposizione ha radunato decine di persone, ha consegnato loro la bandierina d’Italia e infine, una volta partita la musica, ha cantano a squarciagola. Tutti in piedi i membri di Lega e Pdl (è già qualcosa, altrove sono usciti a bere un caffè o sono rimasti seduti), ma nessuno ha cantato. Pazienza.
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