La festa nazionale per l’Unità d’Italia è passata ormai da qualche giorno. Ma la polemica continua. E stavolta, a provocarla, è un volantino dei “Giovani Padani” che indica in Giuseppe Garibaldi un criminale e chiede quindi eliminare le sue statue dalle nostre piazze. Le accuse sono ironiche e, talvolta, decisamente fantasiose: dal traffico di schiavi al genocidio, dalle attività mercenarie addirittura alla pedofilia e alle offese aggravate. Ma c’è chi, come l’Idv, non le ha prese sul ridere. Con una nota, infatti, i dipietristi lombardi sottolineano che il volantino “offende il sacrificio compiuto da chi ha combattuto in nome dell’indipendenza e raggira i lettori, ignari dei fatti, con falsità del tutto gratuite”. Tra i passaggi più contestati quello in cui i leghista accusano Garibaldi di aver sposato “Anita poco più che bambina”: fatto – replicano i giovani dell’Idv – “evidentemente falso in quanto Giuseppe conosce Anita diciottenne e la sposa nel 1842 quando lui aveva 35 anni e lei 21. Ben poca differenza”, conclude una nota, “se pensiamo alla causa che porterà fra pochi giorni davanti ai giudici il nostro Presidente del Consiglio dove all’epoca dei fatti quest’ultimo aveva 70 anni suonati e Ruby neanche 18”.
IN ALLEGATO IL VOLANTINO
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