L’8 marzo della politica rischia di stravolgere il mondo finanziario bresciano. Con il voto favorevole della commissione Finanze del Senato, infatti, si è stabilito che nei Cda delle società quotate debba essere riservata una quota di posti alle donne: il 20 per cento in occasione del prossimo rinnovo e il 30 nei successivi due. Ora è atteso il voto della Camera. E se sarà un altro sì gli effetti saranno pesanti. Ad esempio nel cda di A2A dovranno entrare subito due donne su 15 posti utili (oggi non ce ne sono), una quota che salirebbe poi a cinque nel 2015. Una questione che riguarderebbe anche Ubi Banca, la Screen service, la Poligrafica San Faustino e la Bialetti, solo per fare i nomi di alcune delle società più note. Salve, invece, sarebbero per ora realtà come la Cembre e la Gefran, dove la quota minima è già stata raggiunta.
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