Scarlata: “La N’drangheta esiste anche a Brescia. E la politica non ne è immune”

di Federica Papetti – Fernando Scarlata, coordinatore del Comitato antimafia di Brescia “Peppino Impastato”,  studia il fenomeno dell’insediamento delle mafie al Nord da molti anni, da quando chi trattava temi del genere era considerato una sorta di visionario. Da pochi mesi lo studioso bresciano ha pubblicato “Tentacoli”, un libro di grande attualità che analizza e descrive gli interessi ed il radicamento della criminalità organizzata in provincia di Brescia. Un testo che ha avuto un grande successo e che è stato presentato nelle scuole ed in parecchi comuni. Un’analisi preoccupante che ha reso  quasi “profetici” gli allarmi lanciati, appunto, molti anni orsono dall’attivista del Comitato.

Perché un libro sulla mafia a Brescia?

E’ stata una proposta dell’editore perché io avrei voluto parlare in modo specifico dei rapporti tra mafia e politica a livello nazionale, ma mi rendo conto che serviva un’analisi proprio di questo tipo.

Lei ha girato parecchie scuole e incontrato molte persone durante la presentazione del libro. Secondo lei esiste consapevolezza di tale fenomeno, ossia della presenza delle mafie anche al Nord e soprattutto in provincia di Brescia?

Fino a pochi anni fa no, poi con il documentario “La Leonessa e la piovra”, reportage girato da due giornalisti che hanno mostrato il potere della mafia anche nelle nostra città, il sentimento comune ha iniziato a cambiare. Non poco tempo fa consideravano noi del Comitato gente un po’ stravagante, oggi anche la nostra autorevolezza è in crescita. Ma direi che continua ad assere sottovalutato il radicamento della mafia. Se si verificano fatti come quello di Urago la gente si allarma, ma non ha ancora ben compreso che non sono fatti isolati. La mafia a Brescia rimane derubricata alla voce “cronaca giudiziaria”.

Qual è l’associazione criminale più radicata a Brescia e provincia?

Sicuramente la N’drangheta che è la più forte e la più organizzata, la Camorra è presente sul lago di Garda con qualche clan mafioso.

Perché proprio la N’drangheta?

Perché  questa organizzazione criminale detiene una sorta di esclusiva nello spaccio di cocaina e  quando gestisci tale business meno pentiti ci sono meglio è. Infatti il fenomeno del pentitismo in questa organizzazione è molto limitato rispetto a Cosa Nostra. Inoltre, la struttura della N’drangheta  a differenza della mafia, è policentrica. Consideri le zone milanesi dove esisteno diversi clan che decidono. Così non accade per la mafia che, invece, è monocentrica.

A Brescia esiste un intreccio tra mafia e politica?

La magistratura non lo ha mai dimostrato, ma a mio parere esiste perchè le mafie si infilatrno allo stesso modo ovunque e ciò che è capitato a Pavia ne rappresenta un esempio. Fino a solo tre anni fa nessuno si aspettava un legame del genere. Inoltre uno dei segnali di allarme per valutare una possibile connessione è rappresentato dalle molte imprese con sede in paradisi fiscali.

In provincia di Brescia uno dei problemi più sentiti è lo smaltimento dei rifiuti. Tra l’atro anche Saviano in “Gomorra” cita le tonnellate di rifiuti tossici provenienti proprio da Brescia. Secondo lei anche in tale settore ci potrebbe essere un radicamento mafioso?

Prima di tutto deve essere chiarito che la circolazione dei rifiuti non è solo Nord – Sud, ma sono convinto che proprio in tale business la magistratura dovrebbe iniziare a mettere le mani così come nel settore edile, poli logistici e centri commerciali. Guardi che uno dei segnali degli affari gestiti dalla criminalità sono per esempio i residence vuoti o i centri commerciali uno diatro l’altro. Pensi che a Pavia è stato perfino scoperto il voto di scambio. Ecco indagini di questo genere mancano a Brescia.

Esiste un legame tra immigrazione clandestina e mafia?

A parte la comunità cinese che è molto chiusa, “endogena” e sfruttati e sfruttatori sono all’interno della stessa, per le altre etnie esiste un legame, ma una precisazione: la mafie straniere sbarcano in Italia solo con il consenso della criminalità organizzata nostrana e l’accordo è chiaro. Le mafie straniere portano uomini in cambio di armi o droga.

Quanti sono i beni confiscati in provincia di Brescia?

Un tempo se ne occupava la Prefettura, oggi è un’Agenzia ad hoc della quale non conosco i dato precisi, ma  a me risulta che dovrebbero ammontare a 69. Si va dalla semplice abitazione, all’impresa o all’esercizio commerciale, a dimostrazione che qui i mafiosi fanno affari e non si limitano a “svernare”.

Secondo lei esiste anche qualche forma di controllo del territorio come accade in molte zone del Sud?

No, non  come al Sud, ma è emereso che in alcune zone del varesotto, per esempio, la mafia chiede anche il pizzo.Qui da noi controllano soprattutto i night . Però esistono due fenomeni in crescita da parte della mafia bresciana: l’usura e le bische clandestine in zona lago.

La mafia spara a Brescia?

Con molta cautela perché di solito le mafie si accordano e ben sanno che in caso di guerra di mafia si accendono i riflettori di media e Forze dell’ordine. Di certo la mafia anche qui applica regole precise e chi sbaglia paga. Negli ultimi dieci anni gli omicidi sono stati una decina.

 

 

 

 

 

 

 

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Redazione BsNews.it

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