Stupore e preoccupazione. Non possono che suscitare questo gli ultimi dati diffusi dall’associazione “Amici sostenitori della Polizia stradale” sugli extracomunitari alla guida. Dalla ricerca, infatti, è emerso che in Italia quasi un incidente su quattro è provocato da uno straniero e – soprattutto – che un pirata della strada su quattro non è italiano. Inoltre su poco più di mille casi di aggressione agli agenti durante i normali controlli stradali, ben 400 hanno avuto per protagonisti immigrati. Numeri allarmanti, soprattutto se si considera che gli immigrati presenti in Italia – in particolare quelli con la patente – sono molti meno di quel 25 per cento. Ecco perché, ritengo, non possiamo fare a meno di avviare una riflessione su questi dati. Tanto più dopo il tragico episodio di Lamezia Terme, dove un marocchino imbottito di droga ha fatto strage di ciclisti.
Brescia, va detto, non è un’isola felice su questo fronte. Molto spesso i nostri agenti fermano stranieri che guidano ubriachi, senza patente o con la patente falsa. E la partnership che abbiamo avviato con la Motorizzazione civile, attraverso il gabinetto scientifico della Polizia locale, ci ha permesso di individuare molti casi di persone che falsificano la patente del Paese d’origine chiedendo poi di convertirla in quella italiana. Nel report annuale sull’attività della Polizia locale forniremo qualche cifra del fenomeno. Ma nel frattempo mi sento di avanzare al Governo una proposta per risolvere alla radice il problema.
La normativa in materia va cambiata il prima possibile, introducendo criteri più restrittivi per la conversione della patente. In molti Paesi del mondo, infatti, la cultura stradale è ben differente dalla nostra (guidare col cellulare, senza cintura o con un elevato tasso di alcol nel sangue, in certi Stati, è ampiamente tollerato), cartelli e leggi comprese. A fronte di questa situazione, poco serve spendere grandi risorse per sensibilizzare le giovani generazioni sulla sicurezza stradale, quando chi arriva dall’Africa Centrale – pochi giorni dopo l’ingresso in Italia – può mettersi alla guida senza nemmeno conoscere nemmeno le regole basilari. Prima di permetterglielo e di fare in modo che converta la sua (vera o presunta) patente in quella italiana dobbiamo fare in modo di verificare se è in grado di guidare e se conosce le regole. Per la sua sicurezza, ma anche per la nostra.
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