In diretta la Prima della Scala

Martedì 7 Dicembre 2010 ore 17.00, Ridotto del Teatro Grande.

In diretta dal Teatro Alla Scala di Milano, il Teatro Grande trasmette la prima della Stagione Lirica 2010-2011.

Die Walküre.
Musiche di Richard Wagner
Direttore Daniel Barenboim
Regia Guy Cassiers
Scene Guy Cassiers e Enrico Bagnoli
Costumi Tim van Steenbergen
Luci Enrico Bagnoli
Video design Arjen Klerkx e Kurt D’Haeseleer
Coreografia Csilla Lakatos
In coproduzione con Staatsoper Unter den Linden di Berlino e in collaborazione con Toneelhuis
Opera rappresentata in lingua originale con sottotitoli in italiano

Durata della rappresentazione: 5 h e 30 min

Siegmund Simon O’Neill
Hunding John Tomlinson
Wotan Vitalij Kowaljow
Sieglinde Waltraud Meier
Brünnhilde Nina Stemme
Fricka Ekaterina Gubanova
Gerhilde Danielle Halbwachs
Ortlinde Carola Höhn
Waltraute Yvonne Fuchs
Schwertleite Anaik Morel
Helmwige Susan Foster
Siegrune Leann Sandel-Pantaleo
Gringerde Nicole Piccolomini
Rossweisse Simone Schröder
Danzatori Guro Schia, Vebjørn Sundby

MODALITÁ DI PARTECIPAZIONE: La partecipazione all’evento è gratuita, previo ritiro dei coupon d’ingresso, fino ad esaurimento posti (100). Per informazioni sulla disponibilità residua e il ritiro dei coupon contattare la Segreteria del Teatro al numero 030 2979311 o all’indirizzo info@teatrogrande.it.
Si segnala che durante gli intervalli dell’Opera il Bar del Ridotto sarà aperto al pubblico.

L’OPERA IN BREVE
di Emilio Sala
dal programma di sala del Teatro alla Scala
Tra il prologo e la prima giornata della “tetralogia” wagneriana si situa uno iato cronologico e narrativo tanto
imprecisato quanto cruciale – il passaggio, in un certo senso, dalla preistoria alla storia. La complessità e
ambiguità del racconto musicale wagneriano è peraltro tipico di quei grandi progetti totalizzanti e “aperti”
che Franco Moretti ha chiamato “opere-mondo” riconoscendo in esse la versione dell’epica espressa dalla
modernità. Alla fine dell’Oro del Reno, Wotan aveva cercato invano di trattenere Erda per conoscere il senso
profondo del suo monito minaccioso. Nella Valchiria sapremo (ma solo a metà del secondo atto) che Wotan
è in effetti sceso nel grembo della terra per interrogare la più sacra delle profetesse: egli non solo ha
appreso tutto della fine che incombe sul mondo degli dèi, ma ha anche generato, da Erda, l’adorata
Brünnhilde e otto sorelle che costituiscono la schiera delle Valchirie, le famose vergini guerriere che scelgono
gli eroi caduti in battaglia per difendere il Walhalladalle orde notturne di Alberich. Questo lungo e
fondamentale racconto del dio alla figlia – ma anche a se stesso, a mo’ di stream of consciousness, non
essendo Brünnhilde altri che la «volontà di Wotan» (Wotans Wille) – sta al centro di una costruzione
drammaturgica che Carl Dahlhaus ha definito uno “psicodramma”: come se tutta l’opera fosse assorbita
dentro la tormentata coscienza del dio. Brünnhilde e Fricka diventerebbero allora quasi dei personaggi
allegorici che incarnano le pulsioni opposte che si contrappongono nell’inconscio di Wotan. D’altronde la
straordinaria complessità e contraddittorietà di un personaggio come Wotan illumina tutta la tetralogia il cui
nucleo generatore e struttura portante va identificata nel rapporto tra il dio e il suo “doppio” negativo:
Alberich. Quest’ultimo, sempre secondo la rivelazione di Erda, è l’apocalittico nemico da cui ogni pericolo
proviene ma è anche, come Francesco Orlando ha giustamente sottolineato, una figura complementare a
quella di Wotan – il suo “doppio” appunto. L’anello che Alberich ha ottenuto maledicendo l’amore, e che ora
è in possesso del gigante Fafner, è stato strappato dal dio al Nibelungo per analoga bramosia di potere. Con
l’oro del Reno egli ha pagato «i pinnacoli del Walhalla» (Walhalls Zinnen) e, consapevole ora della minaccia
incalzante, cerca un’illusoria via d’uscita, un alter ego umano che possa compiere ciò che a lui è negato.
Sceso sulla terra tra i mortali, Wotan, sotto il nome di Wolfe (Lupo), ha generato con una donna, di cui non
ci è detto neppure il nome, un figlio e una figlia (Siegmund e Sieglinde), gemelli. Ma il dolore e la sventura
sembra avvolgere la nuova stirpe dei Velsunghi. La madre muore di morte violenta. Il figlio fugge e la figlia
viene data in matrimonio a forza, senza amore. Durante le infauste nozze un vecchio misterioso (Wotan-
Wolfe) conficca nel tronco di un albero una spada, Notung, che avrebbe dovuto proteggere l’amore dei due
gemelli.
Lo iato tra l’azione visibile (che incomincia con Siegmund in fuga nella tempesta) e il dramma latente è
colmato dal «sonoro silenzio» (tönendes Schweigen) dell’orchestra. Il tessuto di Leitmotive che attraversa il
Musikdrama wagneriano si incarica di esprimere l’indicibile. Certo, spesso molti motivi sembrano ribadire
tautologicamente ciò che è già detto tramite la parola o la situazione, ma in realtà i Leitmotive creano una
trama parallela e complementare a quella del dramma visibile. Per dirla ancora con Dahlhaus, «gli eroi
wagneriani, anche quando agiscono alla luce del giorno e in piena coscienza, sono segretamente impigliati in
una trama di sogni ad occhi aperti, di oscuri presagi e di inconsci moti dell’animo, il cui codice di decifrazione
è […] fornito dall’intreccio dei Leitmotive». Il dialogo e il piano
“drammatico” dell’actio scaenica è continuamente interrotto dal piano “epico” del «sonoro silenzio» che
costituisce una sorta di azione interiore. In queste pause musicali emerge qualcosa che – si pensi
agli sguardi tra Siegmund e Sieglinde – solo la musica sa e può esprimere. Ciò costituisce talora un
paradosso teatrale (e registico) perché l’opera wagneriana oscilla continuamente tra flagranza scenica
(drammatica) e contemplazione lirica (epica). Si prenda la “didascalia musicale” che costituisce l’incarnazione
sonora della reazione di Sieglinde a queste parole di Brünnhilde: «einWälsung wächst dir im Schoss» («un
Velsungo ti cresce nel grembo»). Lo straordinario gesto sonoro con cui l’orchestra wagneriana realizza
questo punto di scena rende difficile tradurre mimicamente la didascalia verbale presente nel libretto:
«[Sieglinde] dapprima si spaventa violentemente: ma subito il suo volto risplende di gioia eletta». Il gesto
scenico è risolto musicalmente e solo il «sonoro silenzio» dell’orchestra consente la transizione (altro termine
wagneriano) che innesca le parole di Sieglinde: «Salvami, o audace! Salva mio figlio!». Come si vede, nel
famoso Wort-Ton-Drama le due componenti – verbale e visiva – tendono a essere inglobate nella
componente musicale o “sinfonica” che disincarna in un certo senso l’azione scenica spingendola verso la
dimensione epica.

IL SOGGETTO
a cura di Alberto Bentoglio, dal programma di sala del Teatro alla Scala.

Atto primo
L’interno di una abitazione.
Per sfuggire ai suoi inseguitori, Siegmund, figlio del dioWotan e di una donna mortale, si è rifugiato nella
casa dove Hunding vive con la sposa Sieglinde. A loro il giovane narra la storia della propria vita: dopo
l’uccisione della madre e la misteriosa scomparsa della sorella gemella, egli vagò con il padre per la foresta,
sfuggendo ai ripetuti assalti della nemica stirpe dei Neidinge. Ma un giorno anche il padre scomparve, senza
lasciare traccia alcuna. Da allora, Siegmund visse in dolorosa solitudine fintantoché, per salvare da ingiuste
nozze una fanciulla, si scontrò con i di lei parenti, ma, disarmato e sopraffatto, dovette fuggire. Così giunse
nella loro casa. Da questo racconto, Hunding comprende di avere offerto ospitalità all’odiato nemico della
sua stirpe: egli sfida perciò Siegmund a duello mortale per la mattina successiva e si allontana con Sieglinde.
Ma la giovane, dopo avere addormentato il marito con un sonnifero, torna da Siegmund, al quale rivela che il
giorno delle sue infelici nozze con Hunding, un viandante conficcò nel frassino, posto al centro della casa,
una spada destinata a dare vittoria a colui che avesse avuto la forza di estrarla. Nel corso del colloquio i due
giovani si scoprono fratelli gemelli e si innamorano reciprocamente. Subito dopo, Siegmund estrae con
immenso sforzo la spada dal tronco. Poi, si inoltra nella foresta con l’amata Sieglinde.

Atto secondo
Montagna rocciosa e selvaggia.
Dopo avere ordinato a Brünnhilde, la prediletta fra le Valchirie – vergini guerriere, sue figlie – di favorire
Siegmund nell’imminente duello con Hunding, Wotan incontra la moglie Fricka, regina degli dèi e protettrice
del vincolo nuziale. La dea, indignata dall’amore incestuoso che unisce Siegmund alla sorella, ne reclama
l’immediata punizione. Wotan, che non può osteggiare la legittima richiesta di Fricka, ingiunge a Brünnhilde
– dopo averle manifestato il proprio sconforto sulla sorte futura degli dèi – di abbandonare Siegmund al suo
destino. Nel frattempo, i due giovani sopraggiungono. Sieglinde, profondamente turbata, si accascia tra le
braccia dello sposo. Brünnhilde appare allora a Siegmund e gli annuncia che presto egli sarà accolto nel
Walhalla, dove Wotan chiama a raccolta gli eroi caduti in battaglia. Siegmund non sembra curarsi della
morte imminente, ma quando apprende che Sieglinde non potrà essergli compagna nel Walhalla, rifiuta
decisamente: piuttosto che abbandonare l’amata, egli la ucciderà, colpendo con lei la creatura che porta in
grembo. Commossa da tanto amore, Brünnhilde si ribella al volere di Wotan e risolve di difendere il giovane.
Il duello mortale ha inizio. La Valchiria interviene in favore di Siegmund ma, nell’istante in cui egli sta per
uccidere Hunding, Wotan – improvvisamente apparso – infrange la spada del figlio, esponendolo al colpo
mortale dell’avversario. Brünnhilde fugge atterrita, portando in salvo Sieglinde. Wotan fulmina Hunding con
la sola forza dello sguardo.

Atto terzo
Sulla vetta di un monte roccioso.
Le Valchirie trasportano verso il Walhalla i cadaveri degli eroi caduti in battaglia. Brünnhilde le raggiunge,
portando con sé Sieglinde. Pur certa della severa punizione che la attende, la Valchiria è decisa a salvare la
sposa di Siegmund e la creatura che da lei nascerà e porterà il nome di Siegfried. Ella non esita, dunque, a
indicare a Sieglinde la via della fuga, dopo averle consegnato i frammenti della spada di Siegmund. Partita la
giovane, la Valchiria affronta l’ira del padre. Invano le sorelle cercano di intervenire in suo favore: Wotan la
ripudia e la condanna a essere preda del primo uomo che la sveglierà dal suo sonno. In preda al terrore, le
Valchirie fuggono. Affranta dal terribile castigo, Brünnhilde supplica il padre di mitigare la pena: che almeno
una cintura di fiamme la protegga, cosicché soltanto un eroe che non conosce il timore possa giungere a lei.
Wotan cede alla disperata preghiera della figlia: egli la addormenta con un bacio e ordina a Loge, dio del
fuoco, di circondarla con le sue fiamme.

Share
Published by
Redazione BsNews.it

Recent Posts

▼ Brescia, strage di pesci nel laghetto del Santellone

È una scena triste quella apparsa nel pomeriggio di ieri nel quartiere Badia, nel laghetto…

3 minuti ago

▼ Senza biglietto sul treno picchia il controllore: spagnolo condannato a un anno

Sarebbero stati momenti concitati e violenti quelli vissuti a bordo di un treno della linea…

56 minuti ago

▼ Brescia, il centrodestra chiede di boicottare la raccolta del verde, Legambiente attacca

Botta e risposta tra amministratori, politici e ambientalisti sul tema della raccolta del verde in…

1 ora ago

Calderone “2 miliardi e 800 milioni a disposizione per il lavoro”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono 2 miliardi e 800 milioni messi a disposizione per la parte…

2 ore ago

▼ Turisti intrappolati nello Yemen: oggi il volo che li porterà a casa

Dovrebbe far ritorno a casa oggi il bresciano che insieme alla fidanzata e ad altri…

2 ore ago

▼ Metro di San Polo, giovane picchiato e rapinato da baby gang

Ancora un episodio di delinquenza e violenza nel Bresciano. E per l'ennesima volta gli autori…

3 ore ago