Non lo hanno fatto per 36 anni, non lo faranno ora, dopo una sentenza che ha assolto gli imputati con formula dubitativa. Gli avvocati di parte civile non vogliono gettare la spugna. Non vogliono e non possono visto il sostegno che stanno riscuotendo da quando è stata emessa la sentenza. Tanta gente in città è indignata dall’ultimo, ennesimo, passaggio a vuoto nella storia processuale relativa alla strage del 28 maggio 1974. Mai come questa volta gli avvocati sono andati a fondo, interrogando centinaia di testimoni e producendo l’impressionante mole di quasi un milione di pagine di documenti. Eppure non è bastato.
Cosa ha di differente il processo appena concluso rispetto ai precedenti? Si è basato largamente su prove nuove, secondo gli avvocati di parte civile. Non è stata una semplice riproposizione di vecchi processi. Sono stati aggiunti tanti importanti tasselli (le veline della "fonte Tritorne", ad esempio).
Michele Bontempi: «In base al comma due dell’articolo 530, la prova è monca: insufficiente o contradditoria. Ma esiste. E la Corte lo ha riconosciuto». E da qui, dopo aver letto le motivazioni della corte (fra non meno di tre mesi), si ripartirà.
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