Sistri, imprenditori preoccupati

 

Coinvolge produttori, trasportatori e smaltitori di rifiuti speciali, ma la macchina fatica a mettersi in moto con scioltezza. Associazione Industriale Bresciana, con una nota, prende posizione su alcuni ostacoli che impediscono una corretta operatività di SISTRI, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti la cui entrata in vigore a pieno regime è stata prorogata al prossimo 1° Gennaio 2011, ma che – nella attuale fase di start up sta mettendo a dura prova tutti i soggetti coinvolti, siano essi imprese, autotrasportatori o smaltitori.

Prima di vedere le cause delle disfunzioni occorre tuttavia delineare i contorni e gli obiettivi del sistema di tracciabilità dei rifiuti.

Cosa è il Sistri. Si tratta di un sistema informatizzato di controllo della gestione e trasporto dei rifiuti speciali dal luogo in cui questi vengono prodotti a quello in cui vengono smaltiti/recuperati. Un sistema che andrà a sostituire, con i supporti informatici previsti, i vecchi registri dei rifiuti ed i formulari che funzioneranno in parallelo fino alla completa entrata in vigore della normativa, il cui obiettivo è quello di evitare dispersioni sul territorio di materiali inquinanti.

Come funziona. Sistri si basa su strumenti hardware e software. In un server presso i N.O.E. di Roma (Nucleo operativo ecologico) avviene la centralizzazione di tutti i dati raccolti sulla tracciabilità dei rifiuti, attraverso l’archiviazione di informazioni che lì saranno custodite, una volta definitivamente abbandonata la carta da parte delle singole aziende. I dati perverranno al server centrale dai computer delle imprese, autenticati da firma elettronica installata sulle chiavette USB distribuite dal Ministero. Il percorso effettuato dal luogo di produzione del rifiuto, a quello di smaltimento, sarà programmato da SISTRI e registrato attraverso la così detta black box (in sostanza un GPS) installata sugli automezzi utilizzati per il trasporto.

La proroga. La distribuzione della strumentazione necessaria per "comunicare" con il Sistri, però, procede molto lentamente. Molti ancora gli operatori che in provincia di Brescia stanno aspettando di ricevere questo strumento. Con un’operazione che in Italia sta interessando 500mila imprese.

Fino ad oggi è stato consegnato non più del’80% delle chiavette usb e quasi il 70% delle black box. Peraltro, sono numerosi coloro che hanno riscontrato problemi tecnici nell’utilizzo dei dispositivi USB o con l’installazione delle black box (che possono essere montate solo in officine autorizzate) .

L’allungamento dei tempi di consegna al 30 novembre delle pens drive e delle black boxes dovrebbe permettere di concludere la distribuzione per consentire la piena operatività di SISTRI per il prossimo anno.

La proroga ottenuta sarà sufficiente? Ciò dipenderà, secondo AIB, non solo dal rispetto dei nuovi tempi di consegna, ma anche dalla messa a punto informatico – operativa del sistema, visto che i primi test di operatività hanno portato alla luce la carenza dell’infrastruttura informatica del Sistri.

Inoltre, l’efficacia della proroga si misurerà sulla possibilità di formare adeguatamente tutti gli operatori: in tal senso AIB ritiene indispensabile la messa a disposizione, più volte sollecitata, di versioni demo in grado di supportare le aziende e la formazione del personale che da queste sarà impiegato nell’applicazione del sistema.

I problemi. Nei primi mesi di collaudo di Sistri non sono stati pochi gli ostacoli organizzativi e gestionali con i quali imprese e autotrasportatori si sono confrontati e che restano da risolvere, anche per chi è già in condizione di operare nel nuovo regime.

La gestione del SISTRI in molti casi pratici quali i cantieri temporanei, le attività di manutenzione fuori sede, i carichi respinti dal destinatario, l’interruzione del sistema, ecc. rimane infatti ad oggi ancora confusa.

Per le imprese più grandi un ostacolo che si è inoltre evidenziato e quello della mancanza di interoperabilità tra il software di Sistri ed i software aziendali. Sistri infatti dovrebbe essere messo in condizione di integrarsi con programmi gestionali aziendali, evitando così da un lato la duplicazione di procedure e costi ed evitando allo stesso tempo di mettere a pregiudizio l’operatività de imprese che compiono più di un movimento di rifiuti in una giornata.

Molte società produttrici di software stanno sviluppando, in collaborazione con il ministero programmi per "sintonizzare" le differenti piattaforme, con non poche difficoltà.

Quella dei rifiuti è stata giustamente definita una "filiera chiusa": ma se in questo periodo transitorio un soggetto coinvolto (produttore, trasportatore, destinatario) non è ancora in possesso dei dispositivi, la tracciabilità informatica non è possibile o, quanto meno, non è completa. Può infatti verificarsi che ci siano imprese costrette a dialogare con elementi della filiera che ancora non possiedono l’hardware, che non hanno apparecchi funzionanti oppure che non sanno utilizzare il software.

Questi tre mesi di start up non si prospettano per nulla facili.  

 

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Redazione BsNews.it

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