E’ un Paolo Corsini grintoso quello che interviene al dibattito pubblico sullo stato dei lavori della metropolitana e dei mezzi pubblici organizzati dalla direzione cittadina del Partito Democratico. Grintoso perché obbligato a difendersi, chiamato in causa dalla Giunta Paroli, criticato per la sua scelta di dare il via al mega-progetto della metropolitana. Dopo aver annunciato che farà ricorso alla Giustizia Civile per tutelare la propria immagine e rigettare le accuse, Corsini interviene anche davanti al pubblico per spiegare le sue ragioni.
Difende a spada tratta la bontà del progetto del metro’, ricorda a Di Mezza e ai suoi che il piano è stato a suo tempo approvato sia da provincia (Giunta Cavalli) sia da regione (Giunta Formigoni), oltre che dalle agenzie di rating internazionali, dal Ministero e dalla Cassa depositi e prestiti. Ricorda poi che un progetto così ampio va portato avanti per 20 anni, coerentemente con le politiche urbanistiche. Brescia è "piccola" per la metropolitana, ma l’hinterland e la provincia sono grandi e possono rendere remunerativo il servizio.
Se mai, dice Corsini, alcuni problemi li ha causati la Giunta Paroli. Quali? Il parcheggio sotto il Cidneo porterà via 1 milioni di passeggeri l’anno al metro’, altri saranno erosi dall’apertura delle ztl (perchè usare il trasporto pubblico se arrivo in centro con la mia auto?), dallo spostamento delle sedi comunali, dalla eventuale cittadella dello sport a Buffalora.
La medicina per far funzionare il metro’? Oltre alla coerenza degli investimenti, la patrimonializzazione di Brescia Mobilità e la ridensificazione urbanistica lungo il percorso della metropolitana.
a.c.
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