Notizie

Sempre diffidenti sul contemporaneo

E’ l’autore del progetto che ha vinto il concorso di idee indetto dalla Giunta per la sostituzione della pensilina di Largo Formentone. L’architetto bresciano Giuliano Venturelli spiega come e perché ha pensato a quel “cubo bianco” che, in queste settimane, fa discutere e divide l’opinione pubblica, addetti a lavori e non.

Con il suo progetto sta sollevando un ben po’ di polemiche, sembra che non piaccia a nessuno?

Individuare una soluzione architettonica per quel sito in particolare ha sempre fatto discutere. Le critiche al mio progetto non mi soprendono anche perchè nel nostro Paese esiste una cultura della conservazione che diffida un po’ dell’architettura contemporanea. Se avessi proposto qualche cosa di tradizionale, nel migliore dei casi, avrei incontrato indifferenza, ma quando un architetto tenta approcci più moderni viene bollato come un pazzoide che non tiene conto del contesto in cui opera.

Io non sono per violentare il territorio, ma pensare che mai si possa costruire qualche cosa di nuovo non mi trova d’accordo. Tra l’altro l’edificio non è imponente: stiamo parlando di 300 metri quadrati su tre piani. E comunque ho fatto anche dei sondaggi personali e riscontro un 50 per centodi contrari e altrettanti favorevoli.

Come nasce il suo progetto, si è inspirato come si legge sui quotidiani locali al grande auditorium di Oporto in Portogallo?

Un architetto non  inventa mai nulla, ma ogni progetto trae spunto da qualche cosa di esistente, l’auditorium di Oporto, comunque, è molto più grande. Per il l’edificio di Largo formentone ho pensato alla forma del cubo proprio per salvaguardare le visuali. Stringere l’edificio rispetto al perimetro significa mantenere la prospettiva sulla Loggia da qualunque parte si venga. Quanto al materiale sono dell’idea che che i palazzi pubblici debbano essere in pietra, in questo caso sarà in marmo di Botticino. Una soluzione che valorizza “la brescianità” e nello stesso tempo rende più agevole la conservazione e manutenzione del cappotto che poggia su una superficie solida. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, sarà proprio l’aspetto moderno e contrastante a valorizzare l’identità della piazza che, al contrario, corredata di una costruzione tradizionale,  avrebbe perso la propria natura.

Allora cosa a suo parere fa discutere del cubo?

La forma direi, ma è il tema in generale che è caldo. A suo tempo anche la pensilina che voleva essere una sorta di concettualizzazione di un edificio ha trovato parecchi detrattori.

Brescia si caratteriza per le stratificazioni: la città romana convive con quella medioevale e con la parte rinascimentale, basti pensare a piazza Duomo. Non vedo perché non possa essere introdotta anche una Brescia contemporanera. Dagli anni Settanta a Brescia non si fa più niente, quindi diventa necessario metterci le mani se non vogliamo che la Leonessa muoia. L’edificio, infatti, ha senso se sarà seguito da altro che vada nella medesima direzione.

A lei piace la pensilina?

Non mi soffermerei sul piacere o meno, ma vado a monte, non era funzionale. Era utilizzata poco e male. Adesso c’è qualche bancarella, ma siamo ben distanti dalle esperienze tipo mercato delle erbe. Il problema è quello di fornire attrattiva ad un luogo che ne ha ben poca.  Cinema all’aperto, sagre o altre manifestazioni estemportanee non sono sufficienti per valorizzare un sito che sta perdendo appeal come molte altre zone del centro.

Com’è nata l’idea della sala studio?

No guardi qui è meglio liberare il campo dagli equivoci. Il bando era molto preciso nella definizione degli spazi, le volumetrie e anche per la destinazione,  tutti elementi che ha definito l’ Ammnistrazione. Il progettista doveva presentare uno studio che fosse rispettoso di tutti quei parametri, pena l’esclusione dal concorso.

Il Pd ha suggerito di restaurare Palazzo Avogadro per una sala studio in centro storico?

Ribadisco la destinazione non l’ho scelta io, ma devo anche dire che in molte città d’Europa le sale studio, spesso, sono collocate in edifici nuovi e moderni. Magari per uno che studia archeologia diventa interessante il palazzo antico, ma immagino lo studente di ingengeria molto più atratto da architetture moderne. E poi esistono problemi di fattibilità e di costi nel ristrutturare edifici antichi in conformità con le recenti direttive in materia di risparmi energetico.

Da addetto ai lavori come giudica il nostro centro storico?

Bello, ma privo di attrattiva.

Lei come utilizzerebbe per esempio i palazzi dove, prima del trasloco, trovavano posto il Tribunale e la Corte d’appello?

Io vedrei bene qualche cosa legato alla cultura o all’arte in modo trasversale, tipo una cittadella della musica, il Dams o altro che comunque rimanga in tale ambito. Anche per l’ex palazzo della Poste proporrei una soluzione del genere.

Federica Papetti

 

 

Share
Published by
Redazione BsNews.it

Recent Posts

▼ Confartigianato, Mattia Martinotti eletto alla guida degli Acconciatori

Si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede di Confartigianato Brescia di via Orzinuovi 28 l’elezione…

7 ore ago

▼ Controllo a Prevalle: lavoratori in nero dormivano negli uffici della ditta

Sono pesanti le presunte irregolarità contestate dalle forze dell'ordine a un'azienda tessile di Prevalle alla…

7 ore ago

▼ Sicurezza sul lavoro, Massetti (Confartigianato): reprimere non basta, bisogna educare

«Ogni infortunio, fino alle ultime intollerabili disgrazie avvenute nelle ultime settimane sul nostro territorio, interrogano…

7 ore ago

▼ Verolanuova, domenica 12 torna il picnic in stile Ottocento al parco

Domenica 12 maggio torna il “Pic Nic d'epoca - Le déjeuner sur l'herbe”, evento organizzato…

7 ore ago

▼ Ricette via sms, anziani in coda e in panico nelle farmacie: disagi e disservizi per tutti

Caos e code nelle farmacie bresciane dopo che la Regione ha fissato nel 30 marzo…

7 ore ago

▼ Salò, maggioranza a pezzi prima del voto: corsa aperta per il nuovo sindaco

La maggioranza di Salò finisce a pezzi e si apre dunque la possibilità che, dopo…

8 ore ago