Incredulità. Questa è la parola che meglio serve a spiegare la reazione di amici e familiari di Marco Garatti, medico bresciano accusato insieme ad altri due italiani di fare parte di un gruppo organizzato per compiere un atto terroristico, con tanto di armi e bombe a mano. L\’obiettivo sarebbe il governatore della provincia di Helmand, Gulab Mangal, da uccidere durante una visita ufficiale all\’ospedale.
Marco Garatti è a capo dell\’ospedale per le vittime di guerra di Lashkar-Gah, assieme a Matteo Dell\’Aira e Matteo Pagani è stato prelevato dal suo lavoro e arrestato. Poche le notizie certe e confermate che sono trapelate dall\’Afghanistan, i suoi familiari (i genitori del chirurgo hanno 89 e 91 anni) così come i responsabili di Emergency sarebbero in contatto costante con la Farnesina.
Anna Cordini, coordinatrice del gruppo bresciano in Afghanistan, mantiene la linea del responsabile e fondatore di Emergency, che parla di terribile equivoco, o meglio complotto: «Emergency è un testimone scomodo delle sofferenze subite dai civili nella guerra della coalizione a guida Nato contro i talebani. Un testimone che, con l\’arresto dei tre cooperanti italiani accusati di complotto, il governo afghano intende eliminare».
a.c.
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