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Il delfino, la trota e il salmone

di Renato Borsoni – Lungi lungissima da me l’intenzione di invadere il campo della politica e altrettanto lontana quella di interferire sulle assolutamente legittime decisioni di un partito di ringiovanire le sue file con persone giovani in grado di allargare il campo del consenso elettorale a una generazione in buona parte distratta da altre prospettive. Ma l’inserimento nelle liste elettorali del figlio di un capo- partito indiscusso e per ora indiscutibile si presta a qualche considerazione: considerazione che facciamo oggi e non nel periodo precedente le elezioni, certi che ora quel che si scrive sarà letto semplicemente come un fatto di costume. In un periodo in cui sembriamo quasi tutti d’accordo sulla necessità di arrivare a una sterzata elettorale per lasciare maggiore libertà di scelta all’elettore rispetto alle rigide (e scostanti dal voto, come dimostrato) indicazioni dei partiti, la improvvisa comparsa in lista del delfino – o della trota come spiritosamente lo definisce suo padre – tocca il vertice dell’imposizione protopatriarcale. In questo caso gli elettori lombardi si sono trovati un cognome in lista che non ha certo avuto bisogno di campagne elettorali costose e defatiganti per raccogliere le molte migliaia di voti che  servivano per l’elezione. Tutto ciò senza aver avuto molte certezza sulla idoneità del giovane a rappresentarci nel governo della regione in un periodo di grandi e decisive e controverse scelte sul futuro della Lombardia. E allora ci si chiede, semplicemente: è opportuno che il capo carismatico di milioni di persone, proprio in virtù di questo carisma, apra le porte a una comoda elezione non del consiglio di amministrazione della sua azienda ma in un consesso pubblico verso il quale tutti dovrebbero partire con eguali possibilità? E, in sottordine, che sarebbe stato fargli fare un po’ di gavetta in modo da potersi guadagnare sul campo la stima e il voto dei cittadini? Spero che dal poco spazio in cui ho potuto esprimere i miei dubbi non emerga nemmeno un filo di malanimo verso padre e figlio: ma a quest’ultimo – alla trota – auguro qualche sana fatica per risalire la corrente come il suo cugino salmone più che farsi trovare pronta una automatica collezione di poltrone.

DA IL QUOTIDIANO IL BRESCIA – 8 APRILE 2010

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Redazione BsNews.it

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