Le elezioni regionali si avvicinano a grandi passi e la Lega Nord tira fuori dal cilindro una proposta non certo nuova ma nuovamente rispolverata: l\’assegnazione delle case popolari solo ai residenti da almeno 10 anni nel coune.
Attualmente la legge regionale prevede la residenza minima obbligatoria di 5 anni per essere aggiudicatari di una casa popolare, legge promossa su esplicita sollecitazione proprio della Lega che ora pare non accontentarsi. Fabio Rolfi: «Ora però i 5 anni non sono più sufficienti, come amministratori raccogliamo quotidianamente il grido di dolore di anziani pensionati, giovani coppie, lavoratori che non riescono ad accedere alle case popolari, a causa di flussi migratori massicci. Non si tratta di razzismo ma di giustizia sociale, è tutto il sistema che va affrontato con una logica nuova. Altrimenti, complice la crisi, si rischia il caos».
La Lega è decisa ad andare sino in fondo: Nicola Gallizioli, capogruppo del Carroccio in Loggia: «Se anche il limite dei 10 anni di residenza non dovesse bastare si potrà pensare a un intervento più massiccio, con una lista che riserva l’80 per cento delle case agli italiani e una restante con il 20 per cento per gli stranieri».
Alcuni dati: nel 2007 le case popolari assegnate agli immigrati erano il 32% del totale, nel 2009 sono state il 39%. Le graduatorie: nel 2006 erano occupate dal 47% di stranieri, passati al 59% nel primo semestre 2009.
a.c.
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