Si è finalmente acceso il dibattito sul futuro urbanistico della nostra città e molti sono i temi di sviluppo in campo; ma prima di porre l’attenzione sul singolo tema credo possa essere utile fare un passo indietro.
Il padre dell’urbanistica moderna,l’architetto svizzero Le Corbusier l’ha teorizzata nei suoi numerosi scritti rivelandosi geniale pensatore della realtà del suo tempo. La sua città modello nasce da una attenta separazione degli spazi: alti grattacieli residenziali divisi gli uni dagli altri da ampie strade e lussureggianti giardini. Le Corbusier destina alle grandi arterie viarie il traffico automobilistico privandolo della presenza dei pedoni, garantendo così maggiore mobilità e sicurezza sulle strade. Ai pedoni è restituita la città attraverso percorsi e sentieri tra i giardini e i grandi palazzi. Il grande maestro propone un nuovo Ambiente costruito che sia nella sua interezza a misura d\’uomo . Questo nobile obbiettivo ed i concetti che lo presiedono si estende oggi all’intero territorio urbanizzato ed è in quest’ottica che tematiche come la sostenibilitá (usare le risorse presenti sul territorio in modo da non pregiudicarne l’uso alle prossime generazioni), la pianificazione territoriale, la progettazione ambientale, delle infrastrutture e dei trasporti sono al centro dei nuovi progetti urbani a tutte le scale. Oggi ogni progetto architettonico dovrebbe essere pensato oltre che per la funzione per la quale viene sviluppato anche in funzione dell’apporto che saprà dare al contesto urbano “immediato” ed a quello più esteso rappresentato dai sistemi a rete di livello territoriale. I modi di vivere nelle nostre grandi città stanno cambiando ed evolvono molto più velocemente rispetto al passato, i nostri movimenti non sono più legati solo a distanze spaziali ma anche e soprattutto a quelle temporali cosi che oggi, piuttosto che vivere in città viviamo in “reti di citta”. È cosí che grazie al miglioramento delle reti ci spostiamo tra luoghi spazialmente distanti ma ormai vicini (come distanza temporale). Attraverso il coordinamento dei diversi saperi derivanti da diverse ma correlate discipline quali l’architettura, l’ingegneria, l’ecologia, la sociologia, il diritto e l’economia, l’urbanista studia scenari passati,per programmare e progettare scenari presenti e futuri della città. E’ fondamentale a questo punto che occuparsi delle politiche, delle normative tecniche e legislative non prevarichi i contenuti di questa scienza nata e cresciuta con lo scopo di migliorare la qualità urbana nel suo senso più ampio e quindi la vita dei cittadini.
Fabiola Zanetti
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