Bizzarro perché ha deciso di non attenersi ad una norma nazionale votata dal governo Berlusconi alla quale era pure andato il voto favorevole del sindaco-parlamentare Paroli.
Innanzitutto il sindaco dovrebbe spiegare ai bresciani per quale motivo a Roma vota a favore del patto di stabilità ed a Brescia non lo rispetta.
Così come dovrebbe spiegare per quale motivo insiste nel mantenere il doppio incarico di sindaco e parlamentare, unico sindaco nella storia di Brescia ad aver fatto una scelta simile, da lui giustificata con la motivazione che in questo modo avrebbe tutelato meglio la nostra città.
Ma questa tutela fino ad oggi non si è proprio vista….anzi!
Bizzarro perché fino a poco più di un mese fa l’assessore al bilancio Fausto Di Mezza si impegnava al rispetto del patto di stabilità proponendo un piano in cinque mosse che avrebbe dovuto assicurarne il rispetto e dichiarava testualmente “garantisco da subito un monitoraggio giorno per giorno dell’andamento del saldo del comune, in modo che tra un mese avremo già un idea degli esiti che le cinque operazioni avranno avuto”, annunciando nel contempo che il comune avrebbe potuto disporre di un ulteriore margine di 3,4 milioni di euro da spendere oltre il limite definito dal patto.
Visto come è andata a finire, le parole di Di Mezza sembrano più quelle dette tra amici al bar che affermazioni di un amministratore.
Grave perché la giunta non ha risparmiato le risorse onde evitare lo sfondamento del patto di stabilità, come un buon amministratore sarebbe stato tenuto a fare in una situazione di oggettiva difficoltà, ma ha invece gettato alle ortiche migliaia di euro finanziando opere assolutamente non necessarie come l’intervento per la pensilina di largo Formentone che costerà ai bresciani 800.000 euro, o addirittura utilizzando i soldi di tutti noi per iniziative di propaganda della Lega come “miss padania” e un ridicolo campionato di calcio con la squadra della padania.
Anche questa scelta dimostra quanto questa giunta sia inadeguata alle necessità di una città importante come Brescia.
Una città che nella sua storia ricorda amministrazioni di alto livello che l’hanno portata a primeggiare in moltissimi campi.
Il timore è che, continuando su questa strada, la città si trovi fuori controllo, sia per quanto riguarda i conti pubblici (ricordo che la precedente giunta Corsini aveva lasciato una situazione economica tra le migliori d’Europa), che per gli aspetti sociali e culturali che la vedono arretrare in modo preoccupante.
Giorgio De Martin
Segretario cittadino del Partito Democratico
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