Ripartire dalla politica

Le divisioni che attraversano la destra italiana vanno sempre più  evidenziandosi. 

Da un lato si collocano le forze di una destra che vuole essere europea e si riconosce nei principi democratici. Purtroppo questa destra risulta essere molto minoritaria e vede un solo leader impegnato nella battaglia dei diritti e della democrazia. Leader che viene sbeffeggiato e deriso dai suoi più importanti alleati. 

Sull’altro fronte si mischiano in un coacervo pericoloso razzisti, reazionari. separatisti (in una parola gli estremisti) e personaggi che pensano ai propri affari. Tutti uniti da un unico disinteresse, quello verso il nostro Paese. 

Gli uni sono assolutamente bisognosi degli altri. 

Gli estremisti hanno tutto l’interesse a chiudere gli occhi di fronte alle “malefatte” di chi pensa a tutelare i propri interessi perché in questo modo viene loro garantita grande visibilità politica, gli altri sono “costretti” a concedere spazio politico ed a fare passare norme preoccupanti e pericolose per potersi garantire la benevolenza e il silenzio. 

In tutto questo disinteressarsi del Paese la crisi economica continua a mordere, i posti di lavoro restano a rischio, le aziende rimangono in difficoltà. 

Credo che ci si trovi di fronte ad una situazione pericolosa e dagli sbocchi imprevedibili. 

A noi democratici spetta il dovere di contrastare questa deriva in modo netto e chiaro. 

Dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità: aprirci alla società  molto più di quanto abbiamo fatto finora; organizzare una presenza il più diffusa possibile sul territorio. 

Aprirci ed essere più  presenti non solo per parlare contro a questo governicchio, ma per proporre una prospettiva politica e soprattutto per proporre la nostra visione del Paese, per indicare i nostri indirizzi: per l’economia (ripartendo dalle tesi di Tiziano Treu, Pietro Ichino, Tito Boeri); per l’immigrazione (chiarendo che riteniamo l’immigrazione una risorsa per la nazione e pertanto tratteremo gli immigrati al pari di ogni altro cittadino con tutte le garanzie e le tutele previste e saremo durissimi con chi viene in Italia per delinquere); sui temi dell’ambiente (chiarendo che siamo per la green economy); sui diritti individuali (definendo il totale rispetto per l’individuo e per le sue scelte, garantendo altresì il voto di coscienza ad ogni singolo eletto); sullo stato sociale (trovando il coraggio di modificare quelle norme che tolgono risorse ai giovani ed alla ricerca. In particolare dovremo colpire i troppi sprechi di molte amministrazioni pubbliche); sugli aiuti internazionali (chiarendo che una nazione ricca ha il dovere morale e civile di dare solidarietà ai Paesi più poveri. Controllando con rigore che ogni risorsa arrivi a destinazione).

Insomma dovremo mettere lì, con i dovuti aggiornamenti, quella linea politica che Veltroni al Lingotto aveva individuato e per la quale aveva ottenuto oltre il 75% alle primarie e che venne premiata dagli elettori con il 33,5% (un risultato bellissimo), ma che successivamente ha trovato nemici che, un giorno sì l’altro anche, mettevano bastoni tra le ruote. In questo modo la linea non ha potuto definirsi ed ora rischia pure di smarrirsi. 

Ecco, se ripartiremo dalla politica alta e nobile, potremo ridare agli italiani quella sponda in cui riconoscersi e finalmente mandare a casa la destra che sta danneggiando il nostro Paese. 
 

Giorgio De Martin

Segretario cittadino del Partito Democratico

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Redazione BsNews.it

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